"Sì, era un argomento molto dibattuto anche nello spogliatoio. Avevamo parecchi giocatori argentini che avevano molti amici all'Inter. Gli italiani, invece, tifavano di più per la Juventus, dove avevano compagni di Nazionale, e la Juventus in generale è un club di grande prestigio in Italia. All'epoca scherzavamo sul fatto che tra i nostri tifosi, e persino tra i giocatori stessi, ci fossero fondamentalmente due schieramenti".
Tra i marcatori di quella partita c'era anche Simone Inzaghi, oggi allenatore dell'Inter. All'epoca avevi la sensazione che potesse diventare un allenatore di così grande successo?
"Sinceramente, no. Era un tipo piuttosto silenzioso, e lo si vede ancora oggi. Certo, a bordo campo mostra le sue emozioni, ma in conferenza stampa parla sempre in modo colto e riflessivo. All'epoca, per lui era dura. Era più un sostituto, il primo a partire dalla panchina. Hernan Crespo era l'attaccante titolare. Ma anche allora era una brava persona, ho ottimi ricordi di lui".
Siete ancora in contatto? Tifi per lui, ora che lotta per lo scudetto e per la Champions League?
"Al momento non ci sentiamo più. Probabilmente mi godrò la finale di Champions League senza troppe emozioni, visto che non ho una squadra "mia" in campo. Il PSG è incredibilmente forte, ma visto come l'Inter è arrivata in finale, devo ammettere che hanno costruito una squadra fantastica. Una squadra che funziona e che sa esattamente come giocare. Sarà sicuramente una finale interessante. Per quanto riguarda la corsa scudetto, il Napoli probabilmente ha un vantaggio, anche perché non partecipa a nessuna competizione europea e ha più energia. E poi è in ottima forma, con quattro vittorie nelle ultime cinque partite. Direi che ce la faranno".
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