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Pres Serie A: “Il calcio italiano sta cambiando, vi spiego. Ed ecco i prossimi passi”

Ezio Simonelli Lega Serie A
Le parole di Ezio Simonelli: "Il calcio italiano sta cambiando, ed è fondamentale che i giovani si affermino come protagonisti"
Marco Astori Redattore 

Intervenuto ai microfoni de La Stampa, Ezio Simonelli, presidente della Lega Serie A, ha parlato così della crescita del calcio italiano negli ultimi anni: «Il calcio italiano sta cambiando, ed è fondamentale che i giovani si affermino come protagonisti, portando freschezza e dinamismo al campionato».

Una serie A così giovane non si è mai vista nella storia recente, che segnale è per il nostro movimento?

«È un dato senza dubbio positivo per il nostro movimento. Mercoledì abbiamo organizzato all'Arena di Milano, prima della finale di Coppa Italia Primavera, un convegno dedicato al calcio giovanile perché crediamo fortemente nelle potenzialità e nello sviluppo di questo settore. I numeri ci dicono che la Serie A sta evolvendo, con un rinnovato focus sulla qualità del gioco e sullo sviluppo del talento. Un campionato giovane è un campionato che stimola la passione dei tifosi, questo è il nostro obiettivo principale».


Pres Serie A: “Il calcio italiano sta cambiando, vi spiego. Ed ecco i prossimi passi”- immagine 2

In passato altre leghe si sono rilanciate proprio puntando sui giovani, è questa la strada da seguire?

«Sì, certamente. La Serie A sta facendo passi importanti nella crescita dei ragazzi e ci sono dati inconfutabili che certificano come l'investimento sui giovani da parte delle nostre società è virtuoso. La Juventus prima di tutte ha creato la seconda squadra nel 2018, portando in questi anni più di 30 giovani calciatori formati nella propria seconda squadra a giocare con regolarità in Serie A, alcuni di questi ormai in pianta stabile nel giro della Nazionale maggiore. Atalanta e Milan si sono aggiunte di recente e presto avremo i risultati del loro impegno in questa direzione.

Quanto è più appetibile anche per le nuove generazioni un torneo più giovane?

«Un campionato con giovani talenti è sicuramente più appetibile per le nuove generazioni di tifosi. I giovani si riconoscono nei loro coetanei e amano vedere i loro beniamini crescere e imporsi, le nuove generazioni sono sempre più attente ai talenti emergenti».

Quale sarà il prossimo passo?

«Evidenzio che a livello di Nazionali giovanili stiamo facendo bene come mai in passato, tant'è che l'Uefa ha premiato la nostra federazione per la prima volta con il premio Maurice Burlaz per i successi delle under 17 e 19. Aspettiamo e ci auguriamo che questi nostri campioni diventino presto stelle della Serie A. Il passo successivo sarà quello di tornare ad avere la forza di trattenere i campioni che si affermano da noi, penso a Tonali o Calafiori, ma aver ricominciato a produrre talenti significa già aver svoltato nella direzione giusta».

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Investire sui giovani è una necessità per avere costi più sostenibili o un segnale che evidenzia una rinnovata voglia di programmare?

«Partiamo da un dato: nella stagione 2015-2016 gli investimenti delle società professionistiche nei vivai sommavano 131 milioni, quest'anno siamo quasi a 200 milioni con un andamento di anno in anno sempre in aumento. Sono cifre significative, sostenute perlopiù dai club di A, segnale di un trend continuo in crescita che avrebbe bisogno anche di un sostegno da parte del Governo».

In che modo?

«Investire nei ragazzi significa credere nel futuro di tutto il calcio italiano, se vengono sostenute le imprese che dedicano risorse in ricerca e sviluppo perché non introdurre misure di defiscalizzazione per premiare quelle Società che puntano sui vivai e sulle infrastrutture dei settori giovanili?».