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Quale sarà il prossimo passo?
«Evidenzio che a livello di Nazionali giovanili stiamo facendo bene come mai in passato, tant'è che l'Uefa ha premiato la nostra federazione per la prima volta con il premio Maurice Burlaz per i successi delle under 17 e 19. Aspettiamo e ci auguriamo che questi nostri campioni diventino presto stelle della Serie A. Il passo successivo sarà quello di tornare ad avere la forza di trattenere i campioni che si affermano da noi, penso a Tonali o Calafiori, ma aver ricominciato a produrre talenti significa già aver svoltato nella direzione giusta».
Investire sui giovani è una necessità per avere costi più sostenibili o un segnale che evidenzia una rinnovata voglia di programmare?
«Partiamo da un dato: nella stagione 2015-2016 gli investimenti delle società professionistiche nei vivai sommavano 131 milioni, quest'anno siamo quasi a 200 milioni con un andamento di anno in anno sempre in aumento. Sono cifre significative, sostenute perlopiù dai club di A, segnale di un trend continuo in crescita che avrebbe bisogno anche di un sostegno da parte del Governo».
In che modo?
«Investire nei ragazzi significa credere nel futuro di tutto il calcio italiano, se vengono sostenute le imprese che dedicano risorse in ricerca e sviluppo perché non introdurre misure di defiscalizzazione per premiare quelle Società che puntano sui vivai e sulle infrastrutture dei settori giovanili?».
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