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Shaqiri: “Inter? Non era costruita bene ma ci riandrei! Inzaghi? Vedendolo da fuori…”

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Le parole del doppio ex di Inter e Bayern: "Non posso fare una ‘prediction’. Tiferò semplicemente per la squadra migliore”
Marco Astori Redattore 

Xherdan Shaqiri, doppio ex di Bayern Monaco e Inter, ha concesso un'intervista ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. Ecco le sue parole verso la sfida di stasera: “Avendo giocato in entrambi i club e vissuto grandi momenti sia con l’Inter che con il Bayern, diventa una domanda difficile per me. Non posso fare una ‘prediction’. Tiferò semplicemente per la squadra migliore”.

Crede che l’Inter possa davvero vincere il triplete?

“Molto difficile, ma non impossibile. Per conquistare un obiettivo del genere hai bisogno di una stagione perfetta e certamente anche di una buona dose di fortuna. Ma l’Inter ha una squadra molto buona e un ottimo spirito, di certo non è da escludere”.


Shaqiri: “Inter? Non era costruita bene ma ci riandrei! Inzaghi? Vedendolo da fuori…”- immagine 2

Ha parlato di fortuna: il Bayern avrà mezza squadra infortunata…

“È un aspetto che certamente può avere un impatto, soprattutto perché la difesa dei bavaresi era ben costruita. Ma il Bayern ha tanta qualità anche in panchina. Diciamo che le assenze potrebbero, ma non dovrebbero, avere un impatto”.

Lei il triplete lo ha vinto, alla prima stagione in Germania. Il ricordo più bello?

“Fu tutto incredibile. Ci sentivamo inarrestabili e letteralmente marciavamo in tutte le competizioni. Quella squadra aveva un’autostima enorme, eravamo consapevoli di poter battere chiunque. Giocavamo in un modo dominante e non c’era nessuno di cui aver paura. A quei tempi ero molto amico di Ribery, è davvero simpaticissimo. Andavamo d’accordo in campo e fuori”.

E infatti il suo Bayern in semifinale travolse il Barcellona 7-0 tra andata e ritorno… cosa serve per vincere tutto?

“L’aspetto più importante è avere una rosa ampia con tanta qualità. E la stessa rosa deve essere davvero squadra. Una squadra in cui ognuno dà il 1000% per l’altro, ognuno rema dalla stessa parte nelle difficoltà e si supporti alle spalle. Devi essere un’unità indistruttibile”.

All’Inter invece partì forte ma poi non andò bene: cosa non funzionò?

“Il periodo era turbolento intorno a tutto il club. Tanti giocatori erano arrivati in prestito e il Fair Play finanziario ebbe un peso importante. Era un momento complicato a livello complessivo, non solo per quanto riguardava me. All’inizio le cose andarono bene ma con il passare del tempo aumentarono le difficoltà. Nonostante tutto, all’Inter mi sono divertito tanto. È un’esperienza che ripeterei”.

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Arrivò grazie a Mancini.

“Un grande allenatore, anche se ai miei tempi la squadra non era stata costruita in un modo ottimale”.

E Inzaghi le piace?

“Guardandolo da fuori lo percepisco come un allenatore molto attivo, presente, che sta facendo davvero bene il suo lavoro. Allena in un modo concreto, motiva i suoi giocatori proprio sulla linea del campo. Per me non è una sorpresa vedere l’Inter dove è oggi”.