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E infatti il suo Bayern in semifinale travolse il Barcellona 7-0 tra andata e ritorno… cosa serve per vincere tutto?
“L’aspetto più importante è avere una rosa ampia con tanta qualità. E la stessa rosa deve essere davvero squadra. Una squadra in cui ognuno dà il 1000% per l’altro, ognuno rema dalla stessa parte nelle difficoltà e si supporti alle spalle. Devi essere un’unità indistruttibile”.
All’Inter invece partì forte ma poi non andò bene: cosa non funzionò?
“Il periodo era turbolento intorno a tutto il club. Tanti giocatori erano arrivati in prestito e il Fair Play finanziario ebbe un peso importante. Era un momento complicato a livello complessivo, non solo per quanto riguardava me. All’inizio le cose andarono bene ma con il passare del tempo aumentarono le difficoltà. Nonostante tutto, all’Inter mi sono divertito tanto. È un’esperienza che ripeterei”.
Arrivò grazie a Mancini.
“Un grande allenatore, anche se ai miei tempi la squadra non era stata costruita in un modo ottimale”.
E Inzaghi le piace?
“Guardandolo da fuori lo percepisco come un allenatore molto attivo, presente, che sta facendo davvero bene il suo lavoro. Allena in un modo concreto, motiva i suoi giocatori proprio sulla linea del campo. Per me non è una sorpresa vedere l’Inter dove è oggi”.
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