Yann Sommer si è raccontato ai microfoni di Panorama. Per una volta ha parlato più dell'aspetto personale, rimanendo fuori dai pali e dal campo in generale. "Mio padre giocava in porta e anche mio zio anche se non ad altissimi livelli.

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Sommer: “Portiere grazie a mio padre. Futuro? Non mi vedo come…”
Così a forza di vedere quei guanti in giro per casa mi è venuta la curiosità di provarli e da piccolo sono finito tra i pali. E ci sono ancora rimasto", ha detto lo svizzero.
Da Milano nei giorni liberi in un attimo può tornare in Svizzera.
"Nelle mie poche giornate libere con la famiglia andiamo a visitare le nostre montagne bellissime. La gente pensa che siano praticabili solo in inverno o in estate ma io suggerisco a tutti di andarci in questo periodo. E' quello che preferisco, ci sono dei colori incredibili, il foliage è veramente uno spettacolo".
Lo yoga?
Nel mio ruolo è importante fare molto stretching e mantenere sempre al massimo la concentrazione. Lo yoga mi aiuta a fare questo, ma poi io in campo sono uno che parla molto con i compagni. Non mi arrabbio ma comunico molto durante la partita".
Al portiere adesso viene chiesto di giocare molto con i piedi, fa allenamenti specifici?
"Ormai quasi tutti gli allenatori chiedono ai portieri di impostare il gioco e quindi noi non dobbiamo pensare solo a parare. Spesso gioco le partitelle insieme ai compagni in mezzo al campo, cosi mi abituo meglio a certe situazioni che possono ripetersi in partita".
Il futuro sarà nel calcio?
"E chi può dirlo? Ancora troppo presto per saperlo. Non mi vedo molto come allenatore però, ma nella vita ci sono tante cose da fare".
La Milano di Sommer?
"Vivo in centro e a Milano sto bene. Magari se ci fosse un po' meno traffico sarebbe meglio... Le bambine vanno a scuola e spesso andiamo al parco Sempione a giocare. Una vita tranquilla".
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