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Stramaccioni: “Pio Esposito? In estate dissi una cosa ma non avrei mai pensato che…”

Stramaccioni: “Pio Esposito? In estate dissi una cosa ma non avrei mai pensato che…” - immagine 1
"La Nazionale ha dei valori indubbi, ma ha palesato anche delle grandi fragilità", dice Stramaccioni a La Gazzetta
Matteo Pifferi Redattore 

Andrea Stramaccioni ha parlato a La Gazzetta dello Sport anche del sorteggio dei playoff al Mondiale: l'Italia se la vedrà con l'Irlanda del Nord in semifinale e poi, nel caso, con una tra Galles e Bosnia.

Possiamo essere soddisfatti?

«Mah. Saranno due finali nel vero senso della parola: non mi dispiace aver evitato la Polonia nella potenziale seconda partita ma di certo non siamo stati globalmente fortunati soprattutto per la complicazione di giocarci l’eventuale qualificazione fuori casa, anche se gli ultimi due playoff sono stati persi in Italia...».

L’Irlanda del Nord, a parte i ricordi dell’eliminazione del 1958, sembra un avversario alla portata degli azzurri.

«Assolutamente alla nostra portata. Ma attenzione: difesa a cinque, blocco basso e densità la rendono ostica da scardinare. Germania e Slovacchia hanno al ritorno entrambe vinto 1-0, con difficoltà a chiudere la partita».

Meglio il Galles o la Bosnia in finale?

«Giochiamo una gara alla volta e pensiamo all’Irlanda del Nord. Nel caso la Bosnia andrà rispettata ma al playoff finale preferisco evitare Cardiff, in uno stadio e un ambiente che potrebbero diventare bollenti. Craig Bellamy da settembre sta facendo davvero un grande lavoro alla guida del Galles».

Cosa non deve fare la Nazionale di Gattuso, ricordando gli errori dei ct del passato ai playoff?

«La Nazionale ha dei valori indubbi, ma ha palesato anche delle grandi fragilità. Io credo che il mantenimento della prestazione per tutti i 90 minuti sia il nostro obiettivo primario. L’Italia, con Spalletti prima e con Gattuso poi, è spesso incappata in momenti di smarrimento. Senza tornare all’Europeo, penso al primo tempo di Dortmund contro la Germania con 3 gol presi in 45 minuti senza riuscire quasi mai a giocare per poi fare un secondo tempo strepitoso; o i 3 minuti di blackout contro Israele a Debrecen dove abbiamo rischiato di compromettere il secondo posto; infine resta negli occhi l’incredibile differenza fra il primo tempo quasi perfetto contro la Norvegia e il secondo disastroso».

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Questa Italia che potenziale ha? Siamo davvero così modesti come si è visto nel girone?

«Io credo nei nostri calciatori e nel loro valore. Ma siamo una Nazionale che non riesce a trovare continuità. Abbiamo fatto ottime gare contro Francia, Belgio e in parte Germania, ma poi possiamo prendere gol da chiunque e in qualsiasi momento. E questo non va bene perché toglie sicurezze alla squadra».

Perché tanti giocatori nei club rendono e in nazionale no?

«Esattamente è questo il punto, abbiamo giocatori importanti e di livello internazionale. Dobbiamo restare in partita mentalmente ed essere uniti non solo a tratti. Sono convinto che questa squadra possa diventare solida e competitiva».

Tra i giocatori che non sono nel giro azzurro in questo periodo, chi potrebbe servire a marzo? Chiesa, Pellegrini, Berardi…

«Marzo è lontano, sarà fondamentale essere anche fortunati e arrivare in quella settimana con tutti i migliori a disposizione. Sono sicuro che il ct battezzerà un modulo e farà le convocazioni in base a quello. Con il 3-5-2 vedo il ritorno di Pellegrini molto importante. Se invece si optasse per un sistema con le ali sia Berardi che Chiesa potenzialmente sarebbero molto preziosi».

Qual è il sistema di gioco più corretto per questa Italia? 3-5-2 o 4-4-2?

«Può giocare in entrambi i modi. Finora le cose migliori con questo gruppo di calciatori le abbiamo viste con il 3-5-2 e mi riferisco anche al periodo di Spalletti».

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Quali sono i punti fermi, i leader ai quali aggrapparsi nei momenti delicati?

«Donnarumma su tutti. Poi Di Lorenzo, capitano del Napoli il blocco Inter Barella-Bastoni-Dimarco più Locatelli e Mancini senza dimenticare Tonali. Rappresenteranno il cuore della squadra e saranno il termometro del nostro livello di intensità».

Si aspettava che Pio Esposito potesse essere subito decisivo?

«Prima dell’esordio contro il River al Mondiale per club in un’intervista a Dazn dissi che avrebbe meritato un suo spazio nell’Inter e che sarebbe stato il futuro centravanti della Nazionale. Ma che lo avrebbe fatto in tre mesi assolutamente non lo avrei mai detto. Se Pio come credo resterà cosi umile e affamato potrà davvero diventare uno degli attaccanti più importanti del mondo».