Intervenuto ai microfoni di Repubblica, Mile Svilar, portiere della Roma, ha raccontato diversi momenti, a partire dal suo arrivo nella Capitale fino al rapporto con De Rossi e Gasperini:

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Svilar: “Mai pensato di lasciare Roma. Gasperini? Non dico sia furbo ma è uno che…”
«Quando sono arrivato, non mi aspettavo di giocare. Sapevo che sarei stato il secondo. Ma rivivere una situazione del genere, anche con gerarchie chiare, è stato duro».
Poi con De Rossi cosa è successo?
«Dopo l'esordio di San Siro con Mourinho, De Rossi alla prima partita rimette Rui Patricio titolare. Ma qualche ora prima della partita mi chiama. Stiamo cinque minuti al telefono: "Metto Rui perché è più esperto, ma arriverà presto il tuo momento". In questi casi non ti aspetti mai che accada subito. Invece ha mantenuto la parola».
Una rarità?
«Nessun allenatore mi ha mai spiegato perché non giocassi prima, neanche Mourinho. Magari il preparatore dei portieri, ma il mister mai. Poi è arrivato Daniele».
Ora è il meno battuto d'Europa. Ci sono commentatori che la indicano come il migliore della A.
«Non ci penso. Un'etichetta del genere ti può far perdere concentrazione. Non mi piace, anche quando sento parlare di percentuali e statistiche».
Cosa vi chiede Gasperini ora?
«La massima concentrazione. Lui è abbastanza… non dico furbo, ma uno che sa come gestire la partita. Se stiamo vincendo, lui alza la soglia dell'attenzione. Sempre».
Che allenatore è?
«Tiene di più agli allenamenti tra tutti quelli che ho avuto fino adesso. Poi la parte tattica... legge il gioco come pochi».
In estate, prima di arrivare al rinnovo con la Roma, si è mai sentito lontano dalla Capitale?
«Nelle trattative ci sono momenti difficili. Momenti in cui si dice qualcosa che non si pensa, da entrambe le parti. Però no, non ho mai pensato di lasciare la Roma».
Il suo idolo chi era?
«Casillas. Attraverso Modric, che oggi ha il mio stesso agente, mi fece arrivare i guanti e la maglia del Real Madrid con una dedica».
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