Le parole dell'ex portiere nerazzurro sulla gara del Maradona e in generale sui momenti delle squadre di Conte e Inzaghi
Walter Zenga ha rilasciato un'intervista esclusiva a Skysport.it nella quale ha parlato della sfida tra Napoli e Inter e ha parlato dello scudetto dei record dell'89 vinto proprio contro gli azzurri e si è soffermato poi sullo scontro attuale.
«Sarà una gara ad altissima intensità. Ma volevo aprire ad una riflessione meglio avere una sola partita a settimana, o essere impegnati sempre? Perché se si guardano i risultati, verrebbe da dire la seconda. Se guardiamo il calendario dell'Inter, che ha la squadra ancora in corsa in tutte le competizioni, i nerazzurri hanno avuto una flessione (minima, ma comunque c’è stata) quando non aveva gli infrasettimanali. Il Napoli nelle ultime settimane ha fatto solo 3 pareggi e ha perso l’ultima contro il Como. È paradossale anche perché i giocatori sono giovani, hanno tempo di recuperare e ci sono 5 cambi a partita. Sarebbe interessante capire meglio la logica che governa il lavoro dietro alle squadre», ha sottolineato.
«Penso anche che la partita sia il migliore allenamento possibile. E mi baso su tre esperienze, da giocatore, allenatore e ora dirigente. I giocatori sono l'ultimo anello di una catena. Lo staff tecnico deve preparare subito dopo la gara finita la prossima. I magazzinieri devono imballare e scaricare di continuo da una parte all’altra per permettere che sia tutto pronto per gli allenamenti. I massaggiatori e i medici che devono pensare a una tabella di lavoro per il recupero degli atleti. Il team manager che deve organizzare le varie trasferte, la logistica degli spostamenti. Ci sono tante cose e una società come l’Inter è certamente più abituata a gestire tutto questo. Diventa un ingranaggio dove le componenti funzionano in maniera automatica», spiega l'ex portiere nerazzurro.
«Tante partite a livello fisico incidono? Noi giocavamo circa 60 gare all'anno in tutto, un giocatore di alto livello ora ne gioca qualcuna in più. Dal punto di vista fisico è cambiata l’intensità, dicevo, ma sono cambiate anche le metodologie di recupero dei tempi e degli infortuni. Non è cambiata la concentrazione che viene richiesta. Se sei abituato mentalmente ad affrontare un certo tipo di gare, allora un numero alto di partite paradossalmente può favorirti», ha aggiunto.