Nella prima parte della stagione il prescelto era proprio il soldato persiano: doveva essere lui a entrare in campo quando uno tra Lautaro e Thuram aveva bisogno di ossigeno. E doveva essere sempre lui a vestirsi da titolare nelle (poche) partite con turnover anche d’attacco. Nelle ultime settimane e ancora di più dopo il gioiello di martedì, Arnautovic ha operato il sorpasso. Ha dimostrato di poter fare quanto richiesto a un centravanti in seconda, ovvero non far rimpiangere troppo i titolari. A fine anno le strade si separeranno comunque, ma intanto lo status con cui Arna arriva al Maradona è cambiato: sarà la principale arma a partita in corso, in una panchina senza più esterni. La forma di Marko aiuta a non essere troppo in ansia per il parallelo recupero di Thuram: il francese dovrebbe farcela ma, qualora dovesse essere costretto in extremis a non partire dall’inizio, ci sarebbe comunque un compagno all’altezza accanto a Lautaro.
"Al momento, delle quattro reti austriache segnate in stagione, l’unica in campionato è arrivata il 10 febbraio in casa contro la Fiorentina. Era stata decisiva e preziosa come l’oro, perché quattro giorni prima la squadra era proprio naufragata contro i viola al Franchi. Ben oltre i gol, però, l’importanza di Arnautovic per Inzaghi è nel cuore dello spogliatoio. Non c’è un solo giocatore che non sia legato a lui, a partire da Calha con cui ha fatto amicizia dall’inizio (la comune lingua tedesca ha aiutato). Quell’essere musone e scanzonato, che in campo si traduce spesso in un atteggiamento ciondolante, piace ai compagni e pure a Inzaghi. In realtà, il nuovo Arna, che l’Inter ha conosciuto a distanza di 13 anni dalla prima volta, è un uomo tranquillo, lontanissimo dalle vecchie turbolenze", aggiunge il quotidiano.
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