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Barella, mai così in alto: “vale 100 mln”. La Premier lo sogna, l’Arabia lo tenta, solo l’Inter

Barella, mai così in alto: “vale 100 mln”. La Premier lo sogna, l’Arabia lo tenta, solo l’Inter - immagine 1
La partita di Barella all'Allianz Arena è stata clamorosa, ma il centrocampista si esprime ormai da anni su livelli clamorosi
Andrea Della Sala Redattore 

Nicolò Barella è uno dei simboli dell'Inter di Inzaghi. Il centrocampista è diventato uno degli interpreti più importanti del suo ruolo, un giocatore fondamentale per le due fasi, per carisma e per qualità di gioco. L'Inter non vuole separarsi da lui e Barella non vuole lasciare l'Inter. Per fortuna.

"Quando Nicola Berti faceva impazzire la Baviera, Barella non era neppure lontanamente nei pensieri dei suoi genitori. Eppure all’Allianz, martedì sera, è parso di rivederlo, galoppante con destinazione vittoria.  Ci sentiamo di dire che, andasse sul mercato oggi, Nicolò sarebbe valutato a tre cifre. E non lo diciamo noi, è quel che pensa l’Inter: può valere meno di 100 milioni, uno cosi? Perché mai è stato tanto forte, tanto pieno, tanto continuo anche nella qualità messa in campo, non solo sulla presenza che per la verità mai è stata una sua lacuna. Di sicuro, Barella è oggi il calciatore italiano più prezioso. E quello che, immaginando un trasferimento, segnerebbe un record assoluto, superando ampiamente quel primato attualmente detenuto da Tonali che due anni fa fu venduto per 59 milioni di euro", scrive La Gazzetta dello Sport.


Barella, mai così in alto: “vale 100 mln”. La Premier lo sogna, l’Arabia lo tenta, solo l’Inter- immagine 2

Non è un caso che Nicolò abbia toccato il suo massimo davanti al Bayern. Che gli assalti dei club stranieri risultino vani come quelli arabi, leggi Al Hilal, disposto tuttora a fare follie per convincerlo a prendere un volo di solo andata per Riad. E per follie s’intende uno stipendio a stagione da 35 milioni di euro. Anche no. Anche no, come la risposta che Nicolò diede a Guardiola quanto tentò di portarlo al Manchester City. E come quella che è pronto nuovamente a dare la prossima estate, perché su di lui la Premier continua a spingere (Liverpool su tutti). Questo uomo venuto al mondo nel 1997 ha pianificato tutto, nella sua vita. Persino la sua crescita. Si vedeva all’Inter e all’Inter è arrivato. E poi la Nazionale. E poi lo scudetto, l’Europeo, la seconda stella, coppe in serie, la fascia di capitano indossata spesso e volentieri. Adesso è nel pieno della sua esplosione calcistica.

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"È un centrocampista evoluto, assai diverso da quello che nel 2019 arrivò all’Inter. E sì che Marotta e Ausilio spinsero a fondo già allora, investendo 37 milioni di parte fissa più altri 8 di bonus. Oggi Barella è un mediano, un incursore, un regista, una mezzala. È un architetto e un operaio insieme, l’antipasto e il dolce. È tante cose e tutte belle. È qualità e continuità: solo nel primo anno nerazzurro è andato sotto i 3.500 minuti stagionali (giusto per colpa di un infortunio al ginocchio che lo tenne fuori per sei partite). Di solito dei calciatori si dice sempre che abbiano margini di miglioramento. Il margine che Nicolò sente di avere è di sicuro lo spazio in bacheca per la Champions. E quello in cantina per un grande vino francese da stappare per l’occasione", aggiunge Gazzetta.