"Improvvisamente, una crisi di coscienza. Il risultato ha scacciato le emozioni del popolo e graffiato le mozioni dei dotti. Che in patria Conte continui a sbaragliare gli infedeli con la miglior difesa (e, orrore, un attacco «risparmioso» assai) non rappresenta più, nemmeno nella Fusignano di Arrigo Sacchi, materia di scomunica. Ciò premesso, due titoli in tre campionati, fra il pennello di Luciano Spalletti e lo scalpello di «Andonio», non sono un miracolo: incarnano un progetto, riassumono un’impresa. Chapeau ad Aurelio De Laurentiis. Nello stesso tempo, due «belle» di Champions dovrebbero costituire, a prescindere, una prova a discarico dell’imputato di Appiano. Sempre che l’esito non sia, sul serio, l’unica cosa che «Conte», dal momento che «la storia la scrivono i vincitori e gli sconfitti la leggono». Rimane, oltre le dispute filosofiche, il confine dell’Allianz Arena, cruciale e definitivo: di qua, la fama dell’alchimista illuminato, in sella dal 2021; di là, la fame dell’eterno secondo (in barba a uno «scudo» e a un bouquet di coppe). Nei panni di Beppe Marotta, non avrei dubbi: adelante insieme, comunque"
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