Applicandosi con grande impegno anche in fase difensiva, perché se da una parte l’assenza di Lewandowski toglierà innegabilmente parecchio al Barça, dall’altra per Acerbi e gli altri difensori sarà complicato affrontare un attacco senza punti di riferimento: nell’area nerazzurra ci saranno magari meno uomini, ma molti arriveranno da dietro e allora è fondamentale che i centrocampisti di Inzaghi guardino più loro che la palla. Sulle fasce, Dumfries e Dimarco, supportati dai compagni, dovranno prestare la massima attenzione all’imprevedibilità di Lamine Yamal e Raphinha, tenendosi pronti all’uscita veloce in caso di ripartenza: Flick ha cambiato il Barcellona, la “vecchia” ragnatela di passaggi per arrivare al tiro è stata sostituita da un calcio aggressivo, rapido e verticale, ma l’altra faccia della medaglia è che i blaugrana concedono spazi in campo aperto. Ed è qui che l’Inter può colpire, a patto di superare la prima pressione. Anche in questo caso ho fiducia, perché i catalani sono maestri nell’aggredire sporcando le linee di passaggio avversarie ma i nerazzurri sono altrettanto bravi a venire fuori in velocità. L’altro nodo chiave è l’atteggiamento difensivo del Barcellona: Flick tiene una linea molto alta per mandare in fuorigioco gli attacchi rivali e il sistema spesso dà i suoi frutti, ma Inzaghi ha uomini come Thuram che possono sfruttare le eventuali letture sbagliate dei blaugrana. Sono sicuro che Simone abbia preparato i suoi in questo senso: mettiamoci nelle condizioni di punirli cercando la verticalità con i tempi giusti.
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