Della vittoria convincente dell'Inter e della prestazione di Sommer e Thuram dopo la Juve ha parlato il Corriere dello Sport. Questa l'analisi del quotidiano:

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CdS – Inter, Sommer e Thuram: giusto così. Vittoria di Chivu, ora inizia un’altra stagione
La svolta arriva al 40’ quando il campo smentisce la legge di Murphy, ossia: «se qualcosa può andare male, andrà male». E cosa c’è di peggio di Godts che si invola in beata solitudine verso la porta di Sommer? L’attaccante belga entra in area e calcia più o meno a botta sicura. Di fronte a lui trova Sommer che con un’uscita da portiere di hockey gli chiude lo specchio della porta e sancisce che l’Inter non è più giurisdizione di Murphy. Due minuti dopo, i nerazzurri vanno in vantaggio. Calcio d’angolo di Calhanoglu e Thuram sale in cielo sul primo palo e schiaccia di testa come se fosse una veloce di pallavolo.
Sommer e Thuram. È giusto così. I due più aspramente criticati dopo la sconfitta per 4-3 contro la Juventus. Sommer per certi versi comprensibilmente, visto il comportamento rivedibile sui gol di Yildiz e soprattutto su quello di Adzic. Thuram, invece, del tutto inspiegabilmente. Per una mancata esultanza e per un normalissimo divertissement col fratello juventino in attesa della decisione del Var per il gol del 4-3. E abbiamo apprezzato la coerenza dell’attaccante francese che non ha cambiato stile dopo il primo gol: pacato, quasi come se nulla fosse accaduto. Più sorridente dopo il secondo: sempre di testa, a conferma di uno straripante potere fisico. Ciascuno si comporta come crede. I tifosi hanno il diritto di pretendere il massimo impegno in campo. Stop.
Quella di Amsterdam è soprattutto la vittoria di Chivu finalmente sorridente a fine gara. Da leader le sue parole sul portiere svizzero alla vigilia. Parole da mandare in sovrimpressione a San Siro durante le partite casalinghe. Non ha voluto cambiare niente. Ha dato fiducia alla vecchia guardia, Dimarco compreso (unico assente Lautaro, per motivi di salute). Così si fa. Se si fosse comportato diversamente, sarebbe stato ingiusto nei confronti di un gruppo che in questi anni ha firmato imprese straordinarie: merita fiducia, non processi sommari. L’inizio claudicante della partita ha confermato che il momento era delicato. L’Inter ha un po’ vacillato ma non si è smarrita. Si è via via ripresa. Ha ritrovato certezze. Si è aggrappato al suo uomo simbolo: Marcus Thuram che l’ha trainata via dalle sabbie mobili. Ora può cominciare un’altra stagione e Chivu può gestirla dando spazio a tutti. Adesso sì. Adesso non suonerà come una bocciatura per nessuno.
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