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L'Inter crea tante occasioni, ma ultimamente ha perso il feeling con la porta. Sia col Milan e con l'Atletico avrebbe potuto segnare diversi gol, ma non è riuscita per imprecisioni ed errori degli attaccanti.
"Tra i tanti crucci che accompagneranno l’Inter in viaggio verso Pisa, uno riguarda l’attacco che ha scalato di marcia sul più bello. Nelle ultime sette partite, da quando la squadra di Chivu è stata inghiottita mani e piedi nella trappola di Antonio Conte a Napoli, si è sprigionato tutto il potenziale offensivo nerazzurro soltanto nel successo contro la Lazio, quando la gioia del gol è stata divisa tra le punte titolari, Lautaro + Bonny. Qualche problemuccio si era intravisto prima, ma soprattutto è esploso dopo, negli ultimi due big match lastricati di rimpianti ed errori. Molti, non tutti, si concentrano in quella stessa porzione di campo perché lì, ormai è noto, l’Inter costruisce parecchio col suo gioco bellino, ma di cattiveria sotto porta latita tutta la compagnia. Se si inceppa il cannone di Lautaro Martinez, l’intera macchina d’attacco dell’Inter si ingolfa. Contro il Milan e l’Atletico Madrid, avversari che stimolano particolarmente l’argentino per ragioni diverse, il Toro non ha trovato la redenzione e ha mostrato meno brillantezza nei movimenti. Anzi, in entrambi i casi è stato sostituito da Chivu, come a voler dimostrare che non ci sono intoccabili in questa rosa: l’allenatore, che vorrebbe da lui sorrisi, ha ricevuto in cambio dei musi lunghi quanto un campo di pallone", scrive La Gazzetta dello Sport.
"Queste ultime due sfide sono state anche quelle del ritorno definitivo di Marcus Thuram, assenza che ha pesato e parecchio in gran parte dell’ultimo periodo. La riconnessione della ThuLa è avvenuta dall’inizio solo nel derby, poi lo scudiero francese si è adagiato in panchina al Metropolitano mentre il suo capitano perdeva il duello diretto con Julian Alvarez. Al posto di Marcus, ha iniziato di nuovo il connazionale più giovane e anche il più in forma del momento. Bonny ha regalato l’illusione del pari a Zielinski e mostrato una baldanza fisica degna del più alto livello europeo, ma mai si è avvicinato davvero alla rete. Alla fine del match, il 22enne Ange-Yoan, che tutti chiamano Angelo per simpatia e praticità, ha lasciato il posto all’altro giovane leone di Chivu, Pio Esposito, che nella scalata verso la gloria per la prima volta si è davvero sbucciato le ginocchia. La palla buttata via malamente da cui è nato l’angolo fatale dell’Atletico fa malissimo. A detta dello staff, però, imparare a misurarsi con l’errore aiuterà Pio nella fiducia perfino più di un gol. Insomma, negli ultimi 180 minuti dolenti, la quaterna di fuoco offensiva è stata rovesciata tutta in campo, ma Chivu si aspettava tutt’altra resa. Adesso la sfida del tecnico nerazzurro è rimotivare l’intero reparto in vista di domani a Pisa", aggiunge Gazzetta.
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