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Inter, basta crolli nel secondo tempo. E Chivu cambia ruolo a Mkhitaryan e Luis Henrique

Andrea Della Sala Redattore 
Da Inzaghi a Chivu. Sarà inevitabilmente unìInter diversa: il tecnico cercherà di motivare la squadra anche attuando delle modifiche tattiche

Novità in arrivo nell'Inter con Chivu. Il tecnico non stravolgerà quanto di buono fatto nel ciclo di Inzaghi, ma proverà a dare una sua impronta alla squadra. Cambierà la preparazione fisica e il 3-5-2 non sarà l'unico modulo utilizzato.

"Il tecnico interista, così come i dirigenti che lo hanno scelto con questo mandato, ha in mente una squadra con tali fattezze: cangiante, a più dimensioni e, soprattutto, intensa. Proprio la “durata” è stato il problema dell’ultimo Inzaghi, che ha buttato al macero uno scudetto per colpa di quei finali maledetti. 

Aver subito dal 60’ in poi 19 gol sui 35 del campionato non potrà essere certo un caso, e l’intrigo andrà risolto il prima possibile. Accantonare definitivamente questa tendenza, aumentare la quantità di benzina nel serbatoio per evitare di essere beffati sul più bello, è la premessa stagionale, mentre il resto sarà tattica e variazioni di stile. Nonostante gran parte della rosa, ferita tra Monaco e Stati Uniti, sia rimasta alla base — al netto di eventuali scossoni, sempre possibili sul mercato —, l’Inter di Chivu è pensata per uscire definitivamente dalla comfort zone degli ultimi anni: il 2025—26 sarà un anno zero, e non è poco", sottolinea La Gazzetta dello Sport.

"Stefano Rapetti, mago dei muscoli tornato all’Inter dopo averci lavorato pure nella stagione del Triplete con Mou, ha in mano la delicata preparazione fisica. Tra 11 giorni si parte, in ritardo causa Mondiale americano, ma subito al massimo dei giri, con l’idea di andare oltre i vecchi steccati. Servono munizioni per portare, all’occorrenza, la pressione più in alto. Sull’immutabile 3-5-2 l’Inter inzaghiana ha costruito le sue fortune, ma alla lunga la mancanza di un piano tattico alternativo si è sentita, per questo si cercherà di aggirare il rischio in partenza.

Nascerà una squadra capace davvero di suonare più spartiti e non più uno soltanto. Per caratteristiche tecniche dei difensori, a partire da Bastoni, la linea a tre è la soluzione naturale, il ponte tra il passato e il futuro, mentre in mezzo i numeri potrebbero cambiare: non più tre, ma due centrali, anche a costo di “spezzare” quel blocco di granito degli ultimi anni, il trio Barella-Calha-Micki".

Mkhitaryan e Luis Henrique pronti a cambiare ruolo

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"Proprio l’armeno, in questo ultimo giro di giostra prima che gli scada il contratto nel ’26, potrebbe avanzare il raggio di azione sulla trequarti, nella porzione di campo in cui l’Inter gioca una nuova partita.

Lì, a galleggiare, si immaginano due pedine dietro a Lautaro, con possibile arretramento di Thuram o avanzamento di Frattesi (in attesa di una quinta punta con caratteristiche simili). Oppure, un uomo solo dietro all’eterna ThuLa, ma occhio anche allo scalpitante Pio. In ogni caso, cambiano i sistemi, ma anche la posizione degli attori sul palcoscenico. Chivu vuole mezzali pronte a partire avanti, o centravanti disponibili ad adattarsi indietro.

E Luis Henrique è l’esempio di una nuova era. Non sarà solo un replicante di Dumfries, ma pure un esterno alto da tridente. Insomma, occupazione degli spazi, diverse maniere di offendere e difendere, principi e non solo schemi. Può cambiare tutto, anche se sembra non stia cambiando niente", scrive Gazzetta.