"Calhanoglu non si vede in campo dal 9 dicembre, l’ultima serata di Champions giocata dall’Inter fin qui, quella degli 11 minuti prima dell’infortunio. Contro il Liverpool, il turco si è fermato in tempo e quell’acciacco da subito non ha destato troppa preoccupazione. Ma tra l’aver scongiurato presto qualsiasi pensiero di lungo stop e la necessità di non correre alcun rischio di eventuali ricadute o periodi più lunghi del previsto ai box, Chivu — insieme all’infermeria nerazzurra — ha preferito usare la più congrua dose di cautela e mettere da parte qualsiasi frenesia. Il turco tornerà presto in campo, si diceva post Liverpool, ma senza affrettare i tempi. Genova è stato il primo campo su cui questo pensiero è diventato un fatto. Dopo la panchina a Marassi è partito un altro conto alla rovescia; nella clessidra c’era la sabbia araba. Calha è partito, poi l’epilogo è noto, così come il suo ruolo da spettatore della semifinale e della sequenza horror di rigori che hanno portato all’eliminazione. Lui, che in carriera ne ha segnati 53 (21 solo in Serie A) e sbagliati 7 (in campionato, solo con l’Inter, ha fallito due volte), è rimasto a guardare. Decisione del suo allenatore — nessuno si è tirato indietro, tanto meno il rigorista principe —, perché farlo calciare a freddo non sarebbe stata una grande idea. Troppo «fresco» l’infortunio agli adduttori, troppo grande il rischio che quel rigore si potesse trasformare in un boomerang e in un nuovo biglietto verso l’infermeria".
"Adesso davanti a Calhanoglu c’è solo la Dea. Il turco torna per riprendersi l’Inter e ripartire da dove aveva lasciato, in una stagione da 7 gol 3 assist tra A e Champions. Solo con le 6 reti realizzate in campionato è diventato la miglior versione di se stesso, superando i gol della passata stagione (fatti però in 29 gare, non 12...). Ieri si è allenato in gruppo, il suo recupero — fondamentale per il gioco di Chivu — procede spedito e questi giorni di lavoro in più senza partite sono manna dal cielo per tornare in piena forma. È così che si recuperano gli insostituibili", aggiunge il quotidiano.
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