Il progressivo arretramento del Milan, culminato negli ultimi cambi di Conceicao per organizzare la resistenza finale, ha pesato sulla conclusione del match: alla fine l’Inter dopo tanto bussare ha sfondato la porta anche perché non incontrava più resistenza fino all’area di rigore, dove il Milan s’era asserragliato. L’Inter invece la sua vita già ce l’ha, ed è possibile che il gol di De Vrij gliel’abbia «recuperata» in coproduzione col magnifico diagonale al volo di Angelino che, anch’esso nell’extratime, ha impedito al Napoli di sgusciar via vincente pure da Roma. Ora Inzaghi non può fallire giovedì a Firenze, perché il Napoli è rimasto a portata (l’1 o il 2 marzo scontro diretto al Maradona) e Conte sogna soltanto di avere il destino nelle proprie mani. Specie viaggiando al ritmo di una gara settimanale, e se l’argomento vi pare ritrito date uno sguardo ai risultati dell’Inter dopo la Champions, i punti perduti sono quasi tutti lì. A riprova del fatto che la corsa scudetto sia ormai un duello — ma quanti infortuni ci sono nella frenata dell’Atalanta? — Inzaghi e Conte hanno alzato il volume dei loro mind games. Non è vero che l’Inter giocherà sempre anche a febbraio (Simone dixit): nelle due settimane dei playoff i suoi mercoledì saranno liberi. È vero invece che il Napoli non ha ancora sostituito Kvara (Antonio dixit), ma in estate fece bene il mercato anche senza i soldi di Osimhen. Quisquilie. In volata si sgomita, anche verbalmente.
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