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CorSera: “Inter, meno paletti ma no rivoluzioni faraoniche: 4 nomi ma se Inzaghi dice no…”

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Il presidente Marotta proporrà al suo allenatore un altro anno di accordo a 6,5 più bonus (1 milione per lo scudetto), senza rilanciare
Marco Astori Redattore 

Quella di oggi è la giornata decisiva per il futuro della panchina dell'Inter: Simone Inzaghi incontrerà la dirigenza nerazzurra per capire se ci sono i margini per continuare insieme o meno.

Come scrive il Corriere della Sera, "la via che porta alla permanenza di Simone è stretta («Non posso dire se andrò negli Usa» la frase detta a caldo dopo la finale col Psg), ma non è ancora un vicolo cieco. Se Inzaghi vuole continuare con l’Inter ha già un contratto fino al 2026. Come da prassi, il presidente Marotta proporrà al suo allenatore un altro anno di accordo a 6,5 più bonus (1 milione per lo scudetto), senza rilanciare.

L’Al Hilal ha già presentato un contratto (almeno) cinque volte più ricco. E i soldi sono una pista, ma non solo quelli arabi: anche quelli che metterà l’Inter per rinnovare la squadra.

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Inzaghi non vuole passare per l’allenatore che ha perso tre scudetti e due finali di Champions, ma per quello che ha fatto l’impresa di arrivare due volte all’ultimo atto in Europa e che ha stravinto lo scudetto della seconda stella, portando in piazza mezzo milione di interisti, con una squadra che non poteva fare investimenti.

Nel calcio di oggi i risultati che contano non sono solo quelli sul campo. il prossimo bilancio dovrebbe essere finalmente in attivo e quando è arrivato Inzaghi il rosso era di 245 milioni. È chiaro che non tutti i successi, sul campo e nei conti, sono merito esclusivo di Simone, ma non lo sono nemmeno tutti gli insuccessi.

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l’ultimo mercato estivo (per non parlare di quello di gennaio) non è stato quello di una squadra che puntava al Triplete. Eppure con tre attaccanti di riserva dal rendimento modestissimo come Taremi, Arnautovic e Correa, Inzaghi ha giocato 59 partite, perdendo tutto, ma giocandosela fino in fondo. E soprattutto facendo guadagnare 200 milioni all’Inter in Europa. Senza contare che la stagione non è finita, perché il Mondiale per club vale fino a 100 milioni.

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Inzaghi non è nella posizione più comoda per trattare un contratto migliore dopo la storica debacle in finale con il Psg, sulla quale le voci dell’offerta araba possono avere avuto un peso e potevano essere gestite molto meglio. E sa bene quali sono i piani dell’Inter per rinnovare la rosa: senza rivoluzioni faraoniche, ma anche senza i paletti dell’autofinanziamento degli ultimi anni. Se Sucic, Luis Henrique (già presi), magari Hojlund come terza punta, uno tra Beukema e Lukumì in difesa e Frendrup in mediana sono un punto di partenza che al tecnico non va bene, allora significa che i soldi arabi hanno più potere e nessuno può biasimarlo. Se invece Simone vorrà andare avanti a Milano, i patti dovranno essere chiari: per ripartire bisogna mettere in conto delle difficoltà, senza che il tecnico finisca sotto processo dopo due pareggi, come già successo".