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"Cristian Chivu mette la meritocrazia al centro del suo mandato". Apre così il Corriere dello Sport il suo focus sulle parole di ieri del tecnico dell'Inter in conferenza stampa: il suo modus operandi nello scegliere la formazione migliore ormai è chiaro. Si legge: "Non guarderà la carta d’identità, né il curriculum, né il contratto di ciascun giocatore. Il messaggio partito dalla conferenza stampa di ieri è chiaro e vale per tutti: per ritagliarsi spazio nella sua Inter bisognerà lavorare sodo e con continuità.
«È il primo principio su cui mi baso. Tra una partita e l’altra ci sono 4-5 allenamenti in cui tutti hanno l’obbligo di fare del proprio meglio e mettere in me tanti punti interrogativi. I giocatori devono cercare di mettermi in difficoltà per come si allenano e per come si comportano sia in campo che fuori», ha detto alla vigilia della gara con l’Udinese. La prestazione in partita, dunque, sarà soltanto uno degli elementi che prenderà in considerazione di volta in volta per decidere la formazione della gara successiva.
Tenendo sempre tutti sulla corda, perché la concorrenza in un gruppo aumenta inevitabilmente il livello delle performance. Nell’ottica di una rotazione quasi scientifica sarà importante dare a tutti le stesse possibilità di convincerlo, senza gerarchie precostituite. Le rotazioni, dunque, non saranno un tabù come in passato. Chi potrebbe beneficiare subito di questa politica è Sucic, che si candida a un ruolo da protagonista quest’anno. A scapito eventualmente di Mkhitaryan, imprescindibile per Inzaghi, con cui si delineerà un ballottaggio che durerà al di là della gara di stasera".
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