Vero che Davide è sempre stato un passo indietro rispetto ai titolarissimi e a volte non eccelle nel palleggio come Micki e Barella, ma l’energia che rovescia in campo è imprescindibile per Inzaghi. E poi cosa si sarebbe perso? Questa battaglia vinta da raccontare ai nipotini valeva questi sei mesi di attesa, poi d’estate si vedrà se sarà riaperta una porticina ancora sul mercato: al netto di tutto, questi gol europei, preziosi come l’oro e pesanti come il cemento, rischiano di cambiare il quadro attorno a lui.
"Reti all’ultimo soffio al Milan, al Verona, all’Udinese, prima di questa gloria di Champions, tra quarti e semifinali, sempre quando gli altri non ci credono più. Deve esserci qualcosa di speciale e profondamente testardo in questo ragazzo che è buono come il pane. Prima che tutto diventasse nero, Davide davanti a sé vedeva benissimo. Anzi, vedeva nel futuro, come ha ammesso lui stesso: «Prima della partita un po’ ci avevo pensato. Ho detto: “Guarda quel cancello… Chissà se magari oggi capiterà l’occasione per appendermi ed esultare?”. Ed è capitata a pennello». La mente non può non volare già in Baviera, nello stadio dove lui ha fatto già una dedica al cielo: nonna Stefania che non c’è più ne aspetta un’altra, ancora più bella", aggiunge Gazzetta.
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