Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex portiere dell'Inter ora al Venezia Filip Stankovic ha parlato del suo momento e dell'esperienza in Serie B

news
Filip Stankovic: “Sprecato al Venezia? Mai, rispetto questo club. Mio padre mi ha dato l’esempio”
Ha fermato Vlahovic, Frattesi, De Ketelaere, Calhanoglu, Thuram. Di quale parata va più fiero?
«Di una non tanto bella, ma coraggiosa. Parlo del doppio intervento su Lapadula in Venezia-Cagliari 2-1 e in particolare del secondo, di faccia. In quel momento ho pensato “cavolo, se non vado su quel pallone con quel che ho, rischiamo di buttare la partita”. Ma sono legato anche al rigore parato a Lukaku al Maradona. Mi ha dato tanta fiducia».
Come ha metabolizzato l’infortunio al tendine rotuleo sinistro di Udine?
«Per me è stato anche un punto d’inizio. Mi sono tirato su con più forza. E poi so per quale motivo mi sono fatto male, quindi ora starò più attento».
Come ha vissuto lo stop?
«Sono tornato a casa. Ero abituato ad allenarmi ogni giorno, mi sono trovato a passare due settimane sul divano. Però anche sdraiato, giocavo con le luci perché volevo tenere la mente allenata».
Cosa è mancato al Venezia per salvarsi ?
«In tante partite abbiamo avuto sfortuna, forse è mancata un briciolo di esperienza. Abbiamo affrontato ogni squadra a viso aperto, non ci siamo mai chiusi dietro. Così è il calcio, pochi particolari fanno la differenza. Ricordo la partita in casa col Lecce, dominata. Un tiro in porta preso e un gol. Tre punti persi che poi sono stati fondamentali».
Che idea si è fatto di questa Serie B?
«Ogni squadra è rispettabile, non devi sottovalutare nessuno. La B ha sempre la classifica corta, ogni sabato devi essere al 100% e vincere sempre».
In cosa è diverso Stroppa, da Di Francesco?
«Entrambi giocano dal basso e a me piace. Poi ogni allenatore è diverso».
Non si sente un po’ sprecato in B?
«No. Il Venezia ha un progetto ambizioso. Rispetto questo club, ha creduto in me e questo non lo dimenticherò mai. Non mi sentirò mai sprecato qui».
Quando si potrà dire se il Venezia è favorito?
«A fine campionato. Ora dobbiamo solo pensare a vincere sabato».
Ha mai sognato di giocare in un altro ruolo?
«Sognato no. Da piccolino però giocavo anche fuori, all’Accademia Inter facevo un tempo in porta e uno da attaccante. Il mio idolo però era Julio Cesar. Esistevano lui e il ruolo del portiere».
Ha mai patito i confronti con papà Dejan?
«No. Da piccolo trovi sempre qualche genitore che dice parole brutte, ma a me non hanno mai dato fastidio. Anzi, mi davano più forza per dimostrare che non ero un raccomandato».
Cosa le ha insegnato papà, del calcio?
«Mi ha dato l’esempio. Quando ero piccolo ci portava a scuola, poi andava ad allenarsi, veniva a prenderci. Il sacrificio nel calcio è tanto, ce l’ha sempre detto. E poi mi ha insegnato a spingermi un po’ più in là. Lo faccio tutti i giorni, anche con le luci».
© RIPRODUZIONE RISERVATA



