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Analizzando l'eliminazione della Supercoppa, Luigi Garlando, dalle colonne de La Gazzetta dello Sport ha sottolineato come ci siano nell'Inter pecche di mercato e di gioco che le hanno fatto inanellare una serie di sconfitte. Ma c'è anche l'atteggiamento da cambiare: la squadra nerazzurra si vede bella, si specchia. La squadra nerazzurra ha la colpa di "sentirsi troppo bella, ingiocabile e quindi predestinata alla vittoria. È successo anche col Bologna dopo l’ottimo inizio".
E il dito viene puntato anche su Chivu: "Qui c’entra l’allenatore. È lui che deve trasmettere quel qualcosa in più che trasforma la superiorità in vittoria: fame, rabbia agonistica, concentrazione feroce. Spiriti focosi come Conte e Mou, ma anche gestori di stelle come Ancelotti e Guardiola, dotati di esperienza carismatica, ci riescono quasi sempre. Anche in modo brusco. Bastoni ha spiegato: «Ciò che siamo è merito di Chivu». Voleva essere un bel complimento. Vale anche nell’accezione negativa. Il giovane tecnico, alla prima vera stagione di Serie A, solo 5 anni più di Modric, che predica il sorriso e fa dormire a casa la notte prima del derby, è ancora un buon compagno di torello, ma deve ancora maturare il distacco e l’autorevolezza per fare diventare cattiva e vincente un’Inter che si accontenta troppo spesso di mostrarsi bella e dominante. Una Milano da bere? Sì, per dimenticare Nkunku e Bonny", scrive il giornalista.
(Fonte: GdS)
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