La presunzione è un brufolo della crescita, da giovani ci si sente padroni del mondo. Questo Barça sbarbato, padrone della Liga, può incapparci davanti a un’Inter data per morta. Nei quarti, dopo il 4-0 dell’andata, i catalani sbandarono di brutto a Dortmund (1-3). Non a caso, ieri in conferenza, il tecnico Flick, che ha nasato il rischio, ha riempito di complimenti l’Inter («Gran difesa, qualità, attaccanti forti...») e ha ripetuto una parola più delle altre: concentrazione.
"La condizione prima e necessaria per poter ripartire, è riuscire a fermare gli attacchi del Barça. Non si scappa: la felicità dell’Inter passa necessariamente da una grande prestazione difensiva, come a Monaco, come a Barcellona e Londra (Chelsea) nell’anno del Triplete. L’assenza di Lewandowski, una bestia da gol, già a quota 36, tra Liga e Champions, è un sollievo, ma fino a un certo punto. Acerbi, che si esalta se ha un riferimento fisico come Haaland, potrebbe trovare difficoltà contro il più mobile Ferran Torres che comunque ha il gol facile. Al talento sfacciato di Lamine Yamal purtroppo Inzaghi non può opporre il miglior Dimarco. Raphinha (15 gol nella Liga, 12 in Champions) sta vivendo la sua stagione d’oro. Sono sempre affilate le percussioni centrali di Olmo. La difesa nerazzurra dovrà affannarsi come l’idraulico in quello spot Anni 80 che piazzava rubinetti in ogni zampillo d’acqua. Ma ha le conoscenze per farlo, a patto che recuperi la feroce concentrazione di Monaco. In Champions nessuno ha raccolto più clean sheet dell’Inter", aggiunge Gazzetta.
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