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Inter-Inzaghi, è il giorno della verità: oggi vertice decisivo, le condizioni per trattare

Fabio Alampi Redattore 
La dirigenza nerazzurra e il tecnico faranno il punto sul futuro dopo la pesante delusione di fine stagione

Dentro o fuori. Ripartire con nuova convinzione o dirsi addio dopo quattro stagioni. In casa Inter è arrivato il giorno della verità: la dirigenza nerazzurra e Simone Inzaghi si incontreranno per capire se ci sono i presupposti per andare avanti dopo la delusione di Monaco e la pesantissima sconfitta in finale di Champions League.

La Gazzetta dello Sport illustra i temi che verranno affrontati in questo vertice: "Dopo quattro anni esatti, la storia si può chiudere: alla fine di una giornata di riflessioni, ieri sera il tecnico pareva ancora più convinto di accettare la corte dell'Al Hilal. Molto più fuori che dentro l'Inter, alla vigilia del vertice che oggi, nel primo pomeriggio, Inzaghi avrà con i dirigenti nerazzurri.

Insomma: se la notte non avrà cambiato le carte in tavola - cosa che non si puòmai escludere - sono decisamente maggiori le possibilità di un divorzio piuttosto che quelle di un rapporto che prosegue".

"In questa storia c'è comunque un sollievo: entro domani sera, al più tardi giovedì mattina, il conclave sarà finito. L'Inter avrà il suo allenatore: se non sarà Inzaghi, sarà il suo sostituto, per la scelta del quale non passerebbero più di 24-36 ore. Non è infatti immaginabile che un club come quello nerazzurro sia rimasto con le mani in mano in questi giorni/settimane, ovvero da quando l'offerta dell'Al Hilal è diventata di dominio pubblico.


Ecco allora che intorno a una rosa di potenziali nuovi tecnici siano stati fatti già dei ragionamenti. Di più: sono stati fatti dei sondaggi veri e propri. E i nomi più avanti rispetto agli altri sono due. Il primo, in pole position, è Fabregas, sotto contratto col Como. Il secondo, avvicinato già in passato e gradito in viale della Liberazione, è quello di De Zerbi, comunque legato al Marsiglia ma attratto dall'idea di guidare il club nerazzurro".

"I dirigenti nerazzurri porrebbero comunque delle condizioni sul tavolo. Ad esempio, vorrebbero avere la certezza di avere di fronte un allenatore senza dubbi, voglioso di continuare, che non ponga condizioni irricevibili, insomma che creda ancora di poter crescere insieme con i suoi giocatori. Se non fosse così, sarebbe l'Inter ad alzare la mano e a dire stop. [...] Poi ce ne sono almeno altre tre. In serie: il rinnovo di contratto sarebbe solo fino al 2027, un anno in più rispetto all'attuale scadenza. E ancora: l'ingaggio sarebbe sì ritoccato (un incremento di 500 mila euro sarebbe già scattato), ma non certo stravolto. Per intendersi: non si parla di cifre da 8, 9 o 10 milioni, le cifre che circolavano nei mesi scorsi quando si raccontava di un nuovo contratto. Ultimo punto, poi: il mercato. La squadra, infine, non sarà rivoluzionata. C'è l'idea di alzare il livello delle seconde linee, ma il blocco dei titolari resterà sostanzialmente immutato.

[...] Di là c'è un allenatore, Inzaghi, che è stanco di essere considerato sempre il capro espiatorio di un traguardo non raggiunto. Ed è l'elemento che lo sta spingendo ad accettare l'Arabia in queste ore. Il tecnico avrebbe voluto vedersi maggiormente riconosciuto il merito di aver fatto guadagnare solo in questa stagione poco meno di 200 milioni di euro, tra premi e botteghino con la cavalcata Champions. E che in generale ha raggiunto due finali europee con un budget dimercato assai limitato rispetto alle big d'Europa".