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Inter, non sarà rivincita di Istanbul. 23 giorni alla finale: “Nello spogliatoio si respira…”

Inter, non sarà rivincita di Istanbul. 23 giorni alla finale: “Nello spogliatoio si respira…” - immagine 1
L'Inter si è guadagnata la finale di Monaco, dove troverà il Psg il 31 maggio, eliminando due colossi come Bayern e Barcellona
Andrea Della Sala Redattore 

L'Inter si prepara all'appuntamento più importante di tutti, quello che sognava a inizio stagione. Countodwn partito verso la finale di Monaco, dove i nerazzurri se la vedranno col Psg che ha eliminato in semifinale l'Arsenal.

"C'’è un’immagine, tra le mille dell’impresa. Un’immagine che parla, racconta, persino emoziona, di sicuro spiega: secondo tempo supplementare, Taremi va a contrasto con Yamal, gli porta via il pallone e se ne va, nel tripudio di San Siro. È tutto qui, a voi la linea, ci risentiamo il 31 maggio. Il resto, questi 23 giorni che separano Milano da Monaco, è un conclave tutto interista, iniziato ieri come quello in Vaticano. Un conclave in cui sono previste giuste tre uscite pubbliche - Torino, Lazio e Como -, tre eccezioni alla regola di un pensiero fisso e costante: la coppa", sottolinea La Gazzetta dello Sport.


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"L’Inter non l’ha mica cancellata, Istanbul. Anzi, quel ricordo, quel senso di ingiustizia sportiva vissuta nel 2023 è il motore di questa squadra. E riguarda tutti, coinvolge tutti, anche chi 24 mesi fa non viveva Appiano. Taremi, appunto. Thuram che strappa e trova energie che non ci sono, Frattesi che più sono importanti e più si diverte a contarli, i gol. E poi Sommer. O Mkhitaryan, che a quella finale con il Manchester City arrivò al di sotto di uno stato di forma accettabile, per colpa di un infortunio. Oltre il naturale entusiasmo per una partita epica vinta, nello spogliatoio nerazzurro martedì notte c’era l’enorme soddisfazione per aver toccato con mano i frutti di un lavoro lungo, sfiancante, ma produttivo. E poi c’è una convinzione enorme, dentro la squadra. C’era dopo una fase campionato eccellente, con una sola sconfitta e pure sfortunata (a Leverkusen). A maggior ragione adesso. Perché aver eliminato prima il Bayern e poi il Barcellona, due delle favorite del torneo, ha regalato la prova di non sentirsi inferiori a nessuno, con questa forza collettiva. Lautaro e compagni sanno di poter vincere questa Champions. Sarebbe quasi corretto dire che la pretendono, questa coppa, sentono di meritarla per aver giocato otto mesi pieni di partite europee ad altezze incredibili".

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"Difficile scorporare gli attori. Meglio guardare al prodotto finale, che tra premi Uefa e botteghino ha già portato nelle casse nerazzurre circa 200 milioni di euro. Questa Inter, a differenza del passato e in qualche modo anche rispetto a quella del 2023, è davvero un corpo unico, che viaggia unito nella stessa direzione, a tutti i livelli. E si intravede la stessa energia del 2010. Un’energia crescente, come se turno dopo turno i giocatori si convincessero sempre di più di poter alzare quella Coppa. Quando un calciatore dell’esperienza di Mkhitaryan, dopo la vittoria col Monaco, disse «se facciamo il nostro gioco, siamo ingiocabili», ci fu chi vi lesse un filo di presunzione. Errore. Era convinzione. E se la prima è dannosa, la seconda invece è la pietra sulla quale costruire i successi. Questa Inter è convinta, quando pensa al 31 maggio", spiega il quotidiano.