L'Inter va sotto, ma nel finale riesce a ribaltare il risultato e a rimanere in gioco per il passaggio del girone al Mondiale per Club. Ci pensano, come al solito, Lautaro e poi il neo entrato Valentin Carboni.


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Inter, segnali di ripresa mentale. La squadra di Chivu non molla e reagisce, ci pensa Lautaro
"L’Inter non esultava veramente da 46 giorni, dalla rete di Acerbi al 93’ contro il Barcellona: anche qui, come allora, un mancino che segna col piede destro sui titoli di coda. A Seattle, in un clima molto inglese, la soddisfazione è minore, certo, ma serve almeno per sistemare la classifica del gruppo E aspettando l’ultima partita con il River Plate: gli ottavi di finale sono più vicini", analizza La Gazzetta dello Sport.
"La prestazione aveva lasciato molto a desiderare, almeno sul piano della qualità. Non invece sull’aspetto mentale: l’Inter, dal disastro di Monaco, sembra più giù dal punto di vista fisico che su quello psicologico, perché anche contro l’Urawa – come pure era stato contro il Monterrey – la reazione allo svantaggio c’è stata, la capacità di non arrendersi s’è vista. Confusa, poco lucida, un po’ appesantita, ma pur sempre una voglia che ha un valore tangibile. Tangibile come il gesto tecnico di Lautaro, una girata in pieno secondo tempo che i difensori dell’Urawa non hanno avuto neppure il tempo di capire. Come col Monterrey, il capitano ha deciso di lasciare il segno su una partita fin lì condotta male dai suoi compagni. L’Inter, sul piano offensivo, è stata praticamente solo il suo capitano", aggiunge Gazzetta.
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