Tecnico, squadra e dirigenti sono allineati su un pensiero comune: l’Inter non vuole cedere nulla per strada, figurarsi lo scudetto. Il fascino delle notti di Champions ha spesso acceso gli animi nerazzurri in questa stagione, ma sarà pur sempre il campionato il giudice della stagione. Se la matematica conta, quel +1 in classifica vale più di qualcosa: da qui in avanti la corsa sarà sempre più serrata, ma c’è una squadra che parte comunque in vantaggio. Di poco, ma ha il muso davanti agli altri. E conosce pure l’antica arte della vittoria: oltre che campioni di Italia, nella banda di Simone ci sono campioni d’Europa come Barella e Bastoni e campioni d’America e del mondo come Lautaro. Insomma, almeno negli undici titolari, la rosa interista ha una superiorità evidente e certezze antiche costruite negli anni. L’assunto vale nonostante gli infortuni (durante la sosta l’infermeria si svuoterà) e i troppi impegni, anzi un potenziale elemento di rischio potrebbe trasformarsi nel contrario: essere in corsa su tutti i fronti logora, certo, ma motiva tutti e aiuta ad andare oltre la fatica. Più si va avanti nella possibilità di scrivere la storia e più ci si convince di poterlo fare per davvero. A fine marzo nell’anno del Triplete, proprio come oggi, l’Inter aveva appena un punticino sulla Roma e 3 dal Milan: come sia finita, è cosa nota.
"L’Inter è “cotta” per davvero, non dal sabato napoletano. Ad Appiano sono convinti che basterebbe dare un po’ di riposo a una squadra in difficoltà psico-fisica, ma il problema è che questa concessione non è possibile: gli impegni non conoscono tregua. E se andassero avanti pure in Champions, i nerazzurri vivrebbero un aprile esaltante, ma lastricato di partite ogni tre giorni. I continui guai fisici, poi, sono una costante strutturale della stagione, senza sottovalutare il rischio di contraccolpo psicologico del Maradona: l’Inter era a una decina di minuti da uno scatto-scudetto forse decisivo, e invece deve ancora lottare nel fango", aggiunge il quotidiano.
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