Altro che Thuram, altro che Lautaro. Di là una squadra che ne fa cinque e potevano essere otto o nove. Di qua l’Inter che aveva costruito un sogno e che s’è risvegliata nel pieno della notte con gli incubi. Chi lo ricorda più il 4-3 col Barça? Il senso di inadeguatezza, allora, è quello di un capitano che vede ancora una volta sfuggire la Champions, l’unico grande trofeo che gli manca. Per il quale era sceso in campo infortunato contro il Barcellona. Ecco: l’ultima immagine in campo di Lautaro era stata quella, sofferente eppure felice contro i catalani. Ieri non è mai arrivato neppure a calciare in porta: così è frustrante, nonostante l’abbraccio di capitan Zanetti in campo a fine partita. Altro che Pallone d’oro, è la notte del disastro che – ahinoi – cancella anche i nove gol segnati in tutto il torneo. Non li cancella dalla carriera, certo. Ma voltandosi indietro, difficile che consolino.
"Molto meno che ordinario, invece, è stato Thuram. Che è andato persino peggio del Toro. In tribuna a vederlo e a spingerlo c’erano papà Lilian e il fratello Khephren, ma a poco è servito. Marcus è stato irriconoscibile, anche nell’atteggiamento soprattutto nel primo tempo: almeno due volte è stato richiamato dai suoi compagni per un mancato movimento. Chissà che questa partita non apra anche qualche interrogativo intorno a lui. Perché il suo 2025 è stato decisamente insufficiente: cinque gol in cinque mesi non sono numeri da grande centravanti. E bene farà l’Inter, se ha l’ambizione di riprovarci l’anno prossimo, ad acquistare un altro attaccante. Non una riserva. Non Taremi, che ieri sera neppure è entrato. Ma uno che, se questa è la ThuLa, sia in grado anche di giocare al loro posto. Del Marcus del 2025, del Lautaro della seconda parte del 2024. La faccia dell’argentino, durante la premiazione del Psg, era quella di un uomo inconsolabile", aggiunge Gazzetta.
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