"Già nel 2023, quando l’Inter faticava in campionato e non aveva ancora preso il volo in Champions, Motta aveva fermato i nerazzurri col Bologna. Quel ko e quello successivo a La Spezia rappresentano le ultime due sconfitte di fila in trasferta per Inzaghi, che reduce dal blackout di Firenze non ha nessuna intenzione di rinverdire la statistica. I danni che ha fatto Zirkzee come regista offensivo sulla trequarti difensiva interista sono stati notevoli. E quella zona di campo, se Calhanoglu non c’è o non è al top, resta un punto debole".
"Undici mesi fa poi l’Inter si presentò al cospetto di Motta, appunto dopo quei due dispiaceri consecutivi, con lo stesso Calhanoglu, Acerbi e Thuram non al top, proprio come adesso (sul francese e la sua caviglia c’è fiducia). A tre giorni dalla sfida decisiva di Madrid con l’Atletico e nonostante un vantaggio che stava diventando rassicurante sulla Juve, Inzaghi si giocò il duello contro Motta come se non ci fosse un domani, vincendolo con un gol-manifesto, quello di Bisseck su assist di Bastoni, il centrale di sinistra che manda in gol quello di destra. Quella vittoria dispendiosa ebbe un peso nell’eliminazione ai rigori al Metropolitano. E il primo faccia a faccia con il Motta juventino ha confermato la regola: contro di lui Inzaghi sa di non potersi mai distrarre un attimo".
(Corriere della Sera)
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