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La Stampa – Inter-Barcellona, perché é stato epico. Frattesi, una maschera

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Il commento del quotidiano rispetto alla storica semifinale tra la squadra di Inzaghi e i catalani che hanno tenuto incollati alla tv milioni di appassionati di calcio
Eva A. Provenzano Caporedattore 

"Che cosa ho visto? È la sola domanda che rimbomba in testa a chiunque si sia messo davanti a Inter-Barcellona. A chiunque ami lo sport. Partita che chiama definizioni strabordanti come antologica, memorabile, storica, mitologica, eroica e sono tutte possibili eppure non rendono l’idea". Il quotidiano La Stampa parla così di Inter-Barcellona, una gara definita epica: "Nel senso che perde totalmente il controllo e trova un'altra dimensione. Un livello non basato sulla tattica, un senso che va molto oltre l'evidente talento presente in dosi massicce in campo".

La Stampa – Inter-Barcellona, perché é stato epico. Frattesi, una maschera- immagine 2

 "Inter-Barcellona sta dentro una partita che ha deciso di esserne cento, esiste grazie a due squadre che hanno deciso di sconvolgersi, di accettare un copione apparentemente assurdo. Sta nel risultato: 4-3 come Italia-Germania, per sempre il sigillo sulla straordinarietà. Eppure da solo non basterebbe, qui c’è anche il marchio del destino: in un match spettacolare, giocato a un’intensità incredibile, con colpi di genio all’andata e al ritorno e inevitabilmente orientato dall’estro di Yamal, segna Acerbi. Alla vecchissima maniera: con un brutalismo da Oscar, il difensore lungagnone che sale in attacco all’ultimo disperato minuto e piazza il gol da attaccante puro, da centravanti vecchio stile in beffa a chi sarebbe lì posizionato per marcarlo ed è in quel ruolo di mestiere", racconta ancora il quotidiano.


"Così, perché l’epica salta la logica e ha bisogno di una forza da contrapporre a un’altra, di un carattere da confrontare con un altro, di un cuore che pesi quanto l’altro, di un Barcellona che esalti l’Inter. Non è il vincitore a essere leggendario, è la sfida e l’epica si mostra, si rivela negli eccessi che trasfigurano. Come la maschera che diventa la faccia di Frattesi sconvolta dal gol. La bocca distorta, la lingua che penzola, la voce che strozza e la vista che si annebbia. La mappa di un volto che rinuncia ai propri connotati per diventare un tramite, un terminale di estasi. In una parola: epica", si legge ancora nello stesso articolo dedicato ad una partita che resterà per sempre nella storia del calcio italiano ed europeo.

(fonte: La Stampa)