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Lautaro ora ha un compito enorme. “Prima di Como-Inter ha parlato con Inzaghi e…”

Inter Lautaro
Il problema muscolare alla coscia sinistra è alle spalle e Lautaro Martinez è pronto a giocare la finale di Champions
Matteo Pifferi Redattore 

"Quegli occhi raccontavano tutto. Quegli occhi il 31 maggio saranno diversi: è una promessa. La promessa di Lautaro, tra il dolore e il riscatto, la rabbia e l’orgoglio. E chissà, la delusione (che passa) e l’ossessione (che diventa gioia). Quegli occhi, sempre quelli, hanno fatto il giro del mondo. Erano lucidi, al confine con lacrime che non sono mai scese eppure erano lì sotto, pronte a esplodere. Ecco: tutto quello sforzo per trattenerle, sarà lo stesso tra sei giorni, Monaco, Allianz Arena, Champions, Psg, in definitiva storia". Apre così l'articolo de La Gazzetta dello Sport in merito alla reazione di Lautaro post Como.

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Il capitano nerazzurro si è lasciato andare a delle lacrime nel momento in cui lo scudetto si è sfilato dal petto dei nerazzurri per attaccarsi sulle maglie del Napoli. "Può diventare tutto anche se a Como, per qualche secondo, si è sentito piccolo così. Perché la verità è che il capitano ci credeva ancora, in tribuna c’era pure la moglie Agustina, la speranza – che andava oltre la ragione – di uscire dal campo con un altro scudetto c’era, c’era eccome. E invece in pochi secondi gli è passato davanti il film di un campionato buttato, dilapidato, sprecato, perso più volte. Con gli occhi lucidi c’erano le mani più volte messe in testa e passate tra i capelli: un’immagine forte, che ha ricordato quella di altri scatti famosi, delusioni grandi, 5 maggio e dintorni. E lì vicino, vicino allo sconforto, c’era anche la rabbia per aver vissuto solo da spettatore le ultime giornate. Specie la penultima, contro la Lazio, la partita del Rimpianto con la R maiuscola", spiega poi la Rosea.


I due giorni di riposo - ieri ed oggi - serviranno alla squadra per alleggerire la mente e liberarla dalla delusione per lasciare spazio alla voglia di fare la storia vincendo la Champions League. "Non è un caso che Inzaghi abbia scelto di piazzare due giorni di riposo tra Como e il primo allenamento con vista finale. È stato un modo, condiviso con tutta la squadra, di mettere molte ore tra un momento e l’altro, come per stabilire i confini dei due stati d’animo, così da smaltire la delusione. Lautaro in questo senso ha un compito enorme. Deve prendere per mano i compagni, l’ha già fatto in passato. Gli è riuscito, con le parole e i comportamenti: negli occhi di tutti c’è ancora il suo recupero lampo per il ritorno con il Barcellona, quando scese in campo sì e no al 50% della sua condizione. Perché aveva un’idea, anzi, l’Idea. Un’ossessione, anzi, l’Ossessione. La Champions. E adesso, per dirla come l’ha spiegata Massimiliano Farris, il vice di Inzaghi, in conferenza stampa a Como, «andiamoci a prendere questo sogno»"

Lautaro ora ha un compito enorme. “Prima di Como-Inter ha parlato con Inzaghi e…”- immagine 3

"Lautaro è pronto a farlo. Lo è anche fisicamente, non ingannino gli zero minuti di Como. Il giorno stesso della partita, venerdì, il tecnico e il capitano si sono parlati e hanno deciso insieme di evitare qualsiasi tipo di rischio. Il problema muscolare alla coscia sinistra è alle spalle, del resto già giovedì l’argentino si era allenato in gruppo insieme con i compagni. Ma si è preferito non concedere al giocatore neppure i 30 minuti inizialmente stabiliti: ecco perché il Toro non si è neppure alzato dalla panchina per riscaldarsi. Inzaghi ha considerato che, per portarlo al top della forma, saranno sufficienti i quattro allenamenti di Appiano della prossima settimana e la rifinitura di Monaco di venerdì. E poi, oltre alle gambe, la differenza la farà la testa. La capacità di resettare il campionato. E invece di portarsi in campo l’eredità più dolce, quella delle imprese con il Bayern e con il Barcellona. E per Lautaro, nello specifico, pure il sottofondo musicale del miglior torneo della sua carriera: siamo a 9 gol, basta un pezzetto per fare 10. Per una stagione da 10. E poi, chi se li ricorderebbe più quegli occhi di Como", commenta la Rosea.