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Inter, la Champions è la casa di Lautaro. Un gol ogni 87′, mai così decisivo in Europa

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Il capitano dell'inter sta vivendo una stagione a due facce: decisivo in Europa, meno prolifico rispetto al solito in campionato
Andrea Della Sala Redattore 

Lautaro è l'anima dell'Inter. Quest'anno più in Europa che in Italia. Il capitano è stato decisivo nel cammino della squadra di Inzaghi in Champions e non vuole di certo mancare nell'appuntamento più importante.

"Non saranno questi due giorni di stop e la rincorsa affannata per rimettersi la fascia al braccio nel suo castello domani a cambiare l’inerzia della stagione di Lautaro. L’argentino spremutissimo, soprattutto in quella settimana maledetta senza Thuram, in cui i nerazzurri hanno mandato alle ortiche la Coppa Italia e (forse) anche il campionato, è sempre l’arma più potente in mano a Inzaghi. Anche quando per qualche ragione deve tirare il freno, è sempre il Toro a caricarsi l’intera compagnia interista: se non lo fa con i gol, ci riesce con la capacità unica di diventare un leader emotivo per tutta la banda. Fino ad ora l’argentino non è stato il tiranno del campionato, come nella stagione della seconda stella conclusa con il titolo di capocannoniere, ma è proprio in Champions che ha scritto le pagine più dolci del diario", spiega La Gazzetta dello Sport.


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"Mai aveva segnato a questo ritmo nella competizione più prestigiosa: è già arrivato ad otto centri in 12 presenze, tre delle quali arrivate partendo dalla panchina, nelle gare iniziali in cui Inzaghi praticava un primo turnover chirurgico. Il fatto che abbia punto due volte, in casa e fuori, i giganti del Bayern aiuta a far capire il suo nuovo status continentale, mentre la tripletta segnata al Monaco è il regalo che si è fatto in una notte di fine gennaio. A voler dividere i minuti passati in campo per i gol effettivamente segnati, si scopre che questo Lautaro europeo segna ogni 87 minuti. Considerando il solo campionato, quella stessa cifra cambia colore, sbiadisce: la media si impenna a una rete ogni 215 minuti. Nelle sue 31 presenze complessive, è arrivato a 12 reti. Giusto per capire, il gemello Marcus Thuram è due passettini più avanti: a quota 14 è il francese il re dei bomber nerazzurri in Serie A. Insomma, nonostante l’importanza in qualunque battaglia, il Toro quest’anno sembra viaggiare a due diverse velocità".

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"Mercoledì nella collina di Montjuic Lautaro era all’ottava di fila dall’inizio: da Parma-Inter del 5 aprile, partita sanguinosa per il campionato, alla semifinale di andata c’era stato sempre e comunque. In totale, 615’ di spremitura in campo in 25 giorni appena: sta tutta lì la famosa “fatica” che Inzaghi non vuole usare come alibi e che, invece, ha avuto un peso visto l’infortunio poi subito in Catalogna. L’argentino, però, sta andando oltre anche il dolore, anche perché il capitano è fatto così: tanto ostinato quanto generoso. Il suo iniziale arrancare in campionato, in fondo, si può spiegare facilmente: l’argentino arrivava da un 2023-24 infinito, lo aveva scandito lui stesso a forza di reti e trofei, si era pure preso una Coppa America a luglio da capocannoniere e poi era rientrato in anticipo dalle ferie. Aveva ricominciato a giocare prima di chi lavorava ad Appiano da svariate settimane prima di lui e, così, gli era servito più tempo del solito per sbloccarsi in Serie A: la prima rete, anzi due, solo alla sesta in trasferta con l’Udinese. Nelle ultime tre stagioni di Serie A, l’argentino è stato puntuale come un orologio a parete, ha sempre finito in doppia cifra e in crescendo: 21 reti nel 2021-22 e nel 2022-23, ben 24 nella scorsa annata. A meno di miracoli, per una volta dovrà fare un passo indietro e fermarsi con il pallottoliere: poco male, in fondo ha solo preso la rincorsa per l’Europa", scrive Gazzetta.