Sa che non è replicabile l’anno appena concluso in cui, con la sola forza dello spirito e dell’inerzia, si arriva in fondo a tutte le competizioni. Se l’asticella da parte del club resta alta, è giusto che lo sia anche il tenore degli investimenti.
Luis Henrique, sbarcato ieri a Milano e pagato 23 milioni più 2 di bonus al Marsiglia, e Sucic, acquistato in anticipo a gennaio dalla Dinamo Zagabria per 14 milioni più 2,5 di bonus, sono due segnali in questo senso. Ma non bastano. Ne servono altri e di caratura superiore, anche in prospettiva, poco importa: se decide di restare, Inzaghi lo farà per aprire un nuovo ciclo, non per costruire un instant-team.
L’impressione alla vigilia dell’incontro decisivo è che l’Inter debba rivedere un po’ la strategia al rialzo per fornire questa risposta. E potrebbe servire, nel caso, un’opera di convincimento del presidente Marotta nei confronti della proprietà Oaktree per andare un po’ più pesantemente sul mercato fin da quest’anno, senza spalmare gli investimenti su più sessioni. Inzaghi deciderà oggi o, al più tardi, domani, prendendosi una notte di riflessione. Non oltre. Non c’è tempo. La carta più credibile che l’Inter gli offrirà è l’assenza di discorsi avviati con eventuali sostituti.
I candidati
—Solo in caso di decisione negativa da parte di Inzaghi, la società si muoverà verso Fabregas, anche se convincerlo a lasciare Como sarà un’impresa quasi impossibile, o verso De Zerbi, per cui vale più o meno lo stesso discorso. Chivu e Vieira? Avanti un altro. Mancini? Al limite, ma proprio al limite, Mourinho".
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