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Licari: “Per Thuram Chivu lavora su soluzione alternativa. Sucic si sente. L’Inter…”

Eva A. Provenzano
Eva A. Provenzano Caporedattore 
Il giornalista della rosea racconta la prima Inter vista a San Siro nel debutto col Torino

Fabio Licari, giornalista de La Gazzetta dello Sport, ha parlato del debutto dell'Inter contro il Torino. "Se c’era qualche perplessità sulla nuova Inter, il debutto l’ha spazzata via complice un Torino con la testa da un’altra parte. Thuram implacabile sotto porta, Sucic già padrone del centrocampo, Lautaro affamato come e più del solito, e anche Bonny subito in rete. Bella nei singoli e vivace come squadra, l’Inter ha reagito con il sorriso allo shock del Psg, cosa non riuscita al Mondiale, e ha raggiunto a quota tre punti le altre grandi o presunte tali del campionato", ha scritto.

"L’Inter non ha dimenticato come si fa a dominare: questo si può dire. C’era grande curiosità attorno al nuovo impianto di Chivu che, nominalmente almeno, non s’è allontanato troppo dal predecessore Inzaghi. In teoria la novità sarebbe una sola, Sucic mezzala destra del 3-5-2. Ma meglio andare oltre la semplice formazione perché, con il croato, Barella si accentra da playmaker, arretrando il suo raggio d’azione. Non c’è ancora Calhanoglu che, al rientro, busserà alla porta di Chivu: potrebbe essere Mkhitaryan a fargli spazio, riportando Barella in mezzala. Un centrocampo meno rotante e con posizioni meglio definite. Rispetto a Inzaghi s’è vista una manovra più veloce e verticale, sempre palleggiata ma in cerca di profondità improvvisa con lanci lunghi, e un pressing studiato. Inoltre Thuram in posizione più centrale, con Lautaro a fargli da elastico. Non è questa la spiegazione dei due gol del francese, ma Chivu sta cercando per lui una soluzione alternativa dopo i problemi dell’ultimo finale di stagione", si legge ancora nello stesso articolo.

"L’Inter ha preso Diouf in mezzo, ma se Sucic è questo non sarà facile scavalcarlo nelle gerarchie. Il croato ha potenza, fisico, tiro, geometrie, personalità, senso della posizione. Uno di quei centrocampisti che, in gergo, si “sentono” in campo e dei quali gli allenatori di solito non riescono a fare a meno. Al Mondiale s’era intuito trattarsi di un tipo non comune, ora arriva il bello: l’intesa con Barella da perfezionare, la nuova pressione da gestire, San Siro che non è mai uno stadio facile. Ha tutto per farcela. La mediana ha ben altra quantità rispetto al passato, la qualità dipenderà dal rendimento dei mammasantissima Calha e Miki. In attacco hanno segnato tutti tranne Pio Esposito che era squalificato. Dietro, qualche dubbio resta perché, escluso l’ex giovane Bastoni, e aspettando Bisseck, ci sono gli ultratrentenni Acerbi, De Vrij e Darmian e forse la stagione è lunga per pensare di affrontarla così", ha concluso.

(Fonte: La Gazzetta dello Sport)