Il quotidiano torinese parla dell'ex allenatore nerazzurro e dell'ultima vicenda che lo ha visto protagonista
L'ultimo episodio che lo ha visto protagonista gli costa sicuramente le critiche dei media internazionali. Così La Stampa parla di José Mourinho dopo che l'ex allenatore dell'Inter, alla fine della gara del suo Fenerbahce contro il Galatasaray, ha aggredito, prendendolo per il naso Okan Buruk.
"«Non sono un pirla», spiegò al suo sbarco a Milano, presentandosi ai tifosi dell’Inter, e nel corso della sua lunga e altalenante carriera nessuno ha mai dubitato della sua intelligenza, o perlomeno della sua furbizia. Da quando è sbarcato in Turchia però rischia di farsi derubricare da agente provocatore del calcio mondiale a macchietta di se stesso, da tecnico controverso, ma vincente,
a vecchio mattatore incapace di accettare il finale di partita", ha sottolineato il quotidiano.
"L’allenatore che dimorava solo «dopo Dio», rischia di affogare in un po’ troppo «io»", aggiunge. E si riferisce ad altri episodi che si sono registrati nella sua esperienza in Turchia. "Non si è risparmiato niente, aggiornando semmai il suo già vasto repertorio: tifosi avversari accusati di «saltare come scimmie», il calcio turco definito sporco e corrotto, gli arbitri palesemente perculati. A Istanbul e dintorni è un personaggio talmente popolare da comparire in piazza sugli striscioni dei protestanti anti-Erdogan, in panchina però ha già collezionato cinque rossi e quattro settimane di squalifica. Ostinato e contrario, come sempre. Ma anche un filo grottesco, più che sopra le righe ormai direttamente fuori dal pentagramma, intossicato da se stesso".
Atteggiamenti
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Il tecnico portoghese non è nuovo a certi atteggiamenti da 'capo popolo'. E si erano visti anche all'Inter, come ad esempio quello delle manette, il Triplete mostrato ai tifosi della Juve sulla panchina del Manchester, il telefono mimato all'arbitro Pairetto quando era sulla panchina della Roma. Il dito nell'occhio di Tito Vilanova quando allenava il Real e altre cose.