"De Laurentiis guida il vascello in prima persona, tiene le mani sul timone, sua l’ultima parola da buon imprenditore. Il collega al Nord ha avuto, invece, incarichi differenti e diviso deleghe precise. Spesso sono stati su fronti avversi in Lega, dove l’ultima burrasca riguarda la data del turno finale più spareggio a corredo. Anche qua, le esigenze dell’Inter che pensa alla Champions poco si adattano a quelle del Napoli focalizzato solo sullo scudetto. Eppure, già qualche settimana fa la temperatura era salita, quando si discuteva dello spostamento di Inter-Roma, eventualità poco gradita (eufemismo) a De Laurentiis.
"Caldi negli anni anche i tavoli sul mercato: la prima volta che Beppe e Aurelio si trovarono da buoni amici a trattare era il lontano 2008 e il doriano Maggio passava al Napoli. Otto anni dopo, estate 2016, la guerra di nervi toccò un picco impensabile: l’allora a.d. della Juve pagò sull’unghia la clausola di Higuain; Aurelio, finito in contropiede, si consolò con 90 milioni freschi in cassa. «Non ti stai comportando bene con Zielinski...», dirà anni dopo De Laurentiis al Marotta nerazzurro, che stava per sfilargli a zero il polacco: era il gennaio 2024, atmosfera più distesa perché, al netto delle pubbliche schermaglie, i rapporti sono sempre rimasti buoni. Quest’anno, dopo lo scontro diretto a San Siro, a Conte non era andato giù il rigore per l’Inter e l’uso della Var. Per rispondere alla polemica con il presidente nerazzurro, un furente Aurelio aveva twittato da Los Angeles: «Beppe ha detto parole fuori luogo, Antonio ha ragione!». Già, Antonio, il comandante scelto da Marotta per trionfare, prima a Torino e poi a Milano, e ora rivale vicino al secondo scudetto dell’era De Laurentiis. In fondo, il tecnico capolista finisce per unire i presidenti in lotta: quel filo teso, però, è ad altissima tensione", racconta Gazzetta.
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