Il bando è una tappa attesa e programmata, che Sala aveva già spiegato avrebbe fatto parte del percorso. Un modo – anche – per non lasciare possibili zone d’ombra lungo la strada. Nel frattempo, mentre la clessidra del bando farà il suo corso, il Comune prevede di «costituire un Gruppo di Lavoro interdirezionale e di avviare la Conferenza dei servizi per valutare gli aspetti tecnici della proposta e verificarne la coerenza con la Delibera di Giunta nel gennaio 2023». Il bando comunque non è l’unico documento messo a disposizione sul proprio sito da Palazzo Marino. Contestualmente sono stati pubblicati la valutazione dell’Agenzia delle Entrate sul valore di aree e stadio e il Documento di fattibilità delle alternative progettuali presentato dalle squadre. Per quanto riguarda le cifre, sono quelle già note. Il totale stabilito dalle Entrate è – in forma arrotondata - di 197 milioni (ovvero la stessa cifra messa sul piatto da Milan e Inter, al netto di eventuali “sconti” per le opere di bonifica), così suddivisi: 72.983.260,97 euro è il valore del Meazza, 124.005.204,23 euro è il valore delle aree limitrofe. Qualche proiezione temporale? La proposta di acquisto – si legge ancora nei documenti pubblicati dal Comune - è sospensivamente condizionata alla positiva valutazione del Docfap da parte della Conferenza di Servizi Preliminare e «alla conseguente conferma della dichiarazione di pubblico interesse entro e non oltre il 30 giugno 2025», con la previsione dell’impegno a stipulare l’atto di acquisto entro il 31 luglio 2025. Anche perché a novembre scatterà il vincolo architettonico sul secondo anello del Meazza.
"Il Docfap - 253 pagine con soluzioni e modalità in base a cui Milan e Inter intendono mettere mano alla zona tra gestione del nuovo impianto, della superficie commerciale e delle aree verdi - si compone di tre opzioni: la prima non prevede alcun intervento al Meazza; la seconda è la ristrutturazione dell’attuale impianto; e la terza è la conservazione parziale del Meazza con costruzione del nuovo stadio. Va da sé che, agli occhi dei club, l’“Alternativa 3” offre molteplici punti di forza e pochissimi punti di debolezza. I “pro” identificati: impianto moderno, valorizzazione dell’area circostante, sostenibilità e innovazione, qualità dell’esperienza, inclusività, adeguatezza dell’impianto sportivo, sicurezza, sostenibilità e verde, adeguamento infrastrutturale. I “contro”: alto costo iniziale e impatto ambientale", analizza La Gazzetta.
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