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Della prima vittoria dell'Inter di Chivu al Mondiale per Club ha parlato, sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, il giornalista Sebastiano Vernazza:
"È stata una vittoria molto interista, strappata con le unghie, quando nessuno o quasi ci credeva più, ma la retorica sull’interismo non spiega il presente e non serve per inquadrare il futuro. Oggi l’Inter è spossata, forse più nella testa che nelle gambe, e il cambio di allenatore - un passaggio obbligato, dato che Simone Inzaghi se ne è andato - acuisce i problemi e le fatiche. Si capisce come Cristian Chivu ricerchi qualcosa di diverso, più aggressività e verticalità, ma è dura cambiare la postura di una squadra, servono tempo e pazienza. L’Inter è stremata da una stagione infinita, chiusa dall’umiliazione di Monaco di Baviera. Aveva bisogno di staccare, ma è stata catapultata dall’altra parte del mondo a giocare un torneo dispendioso, contro avversari sconosciuti: prima il Monterrey, ieri gli Urawa Red Diamonds. La spremitura estrema di una squadra “anziana”, e non è casuale che il ribaltone abbia preso forma con due ragazzi in campo, Valentin Carboni e Pio Esposito. L’Inter ha bisogno di energia e di futuro. Non sappiamo che cosa abbia in mente Chivu, quale sia la sua meta di gioco, ma la strada dell’azzeramento e della rifondazione ci pare inevitabile. L’era Inzaghi è finita, restano le scorie, per esempio la tentazione del palleggio fine a se stesso, il pallone che a un certo punto ritorna indietro dalle parti di Sommer, con gli avversari a pressare come avvoltoi".
"Le prime mosse di mercato non sembrano incoraggianti. Ieri Luis Henrique, uno dei nuovi acquisti, costato circa 25 milioni, non quattro lupini, è partito tra i titolari, è rimasto in campo per 85 minuti e ha deluso per quello che non ha fatto. Luis Henrique è stato preso per dribblare, verbo sconosciuto nell’Inter delle ultime stagioni, squadra imbottita di giocatori incapaci di saltare l’uomo. A Seattle, il brasiliano ex Marsiglia fuggiva dal dribbling, ricevuta la palla si affrettava ad appoggiarla come se scottasse. Forse è la timidezza dei primi passi in un mondo nuovo, non è facile capire dove si è capitati, meglio procedere per gradi e non rischiare, però qualcuno lo incoraggi a provarci, gli spieghi che è stato ingaggiato per i dribbling. non per sbagliare passaggi come quello che nella ripresa ha regalato all’Urawa un contropiede autostradale. È probabile che Luis Henrique migliori e si riveli un ottimo esterno d’attacco, ma oggi ci sembra evidente come l’Inter abbia bisogno di rinforzi, almeno un paio di arrivi “pesanti”, e in questa categoria non rientra Bonny dal Parma. In caso contrario, sarà difficile mantenersi ai livelli delle ultime stagioni, specie se partirà Calhanoglu".
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