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Vocalelli: “Inter, fa impressione che dopo 100 mln spesi la squadra sia la stessa di Inzaghi”

Andrea Della Sala Redattore 
Delle scelte di formazione di Chivu per la grande sfida di oggi contro la Juventus, ha parlato il giornalista sulle pagine de La Gazzetta dello Sport

Delle scelte di formazione di Chivu per la grande sfida di oggi contro la Juventus, ha parlato il giornalista Alessandro Vocalelli sulle pagine de La Gazzetta dello Sport

Certo, fa impressione che l’Inter, dopo aver speso almeno un centinaio di milioni, riparta esattamente dalla squadra dello scorso anno. Già, perché contro la Juve - stando alle indicazioni della vigilia - Chivu metterà in campo la stessa formazione di Simone Inzaghi, con l’unica eccezione di Akanji, che per forza di cose sostituirà Pavard. Per il resto, difesa inalterata; centrocampo cementato sulla cerniera composta da Barella, Calhanoglu e Mkhitaryan; in avanti - neanche a dirlo - la coppia più che consolidata Lautaro-Thuram. E detta così, più che una curiosità può sembrare quasi una bocciatura delle operazioni estive , che hanno portato in nerazzurro quattro rinforzi a suon di milioni. Ne sono stati spesi tanti per Sucic, Luis Henrique, Bonny e Diouf. Eppure tutti e quattro, esattamente come Pio Esposito, si accomoderanno in panchina. Accanto appunto a Chivu, che non ha toccato nulla rispetto alla squadra allenata da Inzaghi, quella che ha scatenato entusiasmo per otto mesi e ha fatto disperare i tifosi nello sprint finale. Trasformando una stagione a grande velocità in una - come avrebbe detto Mourinho - da zero titoli.

E allora, considerando la premessa, verrebbe da chiedersi: ma allora a che è servito spendere oltre 100 milioni, se si riparte dalle stesse facce, dallo stesso modulo, dalla stessa filosofia? Interrogativo un po’ ingeneroso nei confronti dell’allenatore, perché dietro ad ogni “verità” si nascondono mille motivazioni. Ad esempio è molto probabile che Mkhitaryan venga preferito a Sucic non solo perché comunque stiamo parlando di un ottimo\grande giocatore, magari non più giovanissimo, ma anche perché le condizioni particolari potrebbero aver suggerito questa scelta: Sucic è infatti reduce dagli impegni con la propria nazionale, mentre Mkhitaryan si è allenato per tutta la settimana in famiglia, potendo quindi gestire tempi e ritmi per arrivare al meglio alla sfida di Torino.

E anche se Diouf è un giovane con un presente di livello e un futuro addirittura più luminoso, non si può certo pensare che debba per forza soffiare il posto a chi comunque dimostra di avere ancora forza ed entusiasmo. Inutile dire che lo stesso discorso, anzi di più, vale per Bonny ed Esposito che non possono di sicuro insidiare al momento il tandem titolare d’attacco. Neppure se, come è successo, non tutti hanno potuto preparare al meglio questo primo big match della stagione. Già, perché Lautaro è tornato nelle ultime ore, potendo dunque disporre di un solo allenamento: ma qualcuno se la sentirebbe soltanto di pensare ad una sua esclusione? Uno come Lautaro, un capitano a tutto tondo, ha già dimostrato ampiamente di saper trovare sempre nuove energie nei momenti più delicati. E questo è appunto uno dei quelli. Con Chivu che saggiamente e “coraggiosamente” ha fatto sapere - perché il buon senso è una qualità imprescindibile - di non essere arrivato per stravolgere tutto, ma eventualmente per aggiungere qualcosa . Preferendo intanto puntare sull’orgoglio della vecchia guardia.

Si riparte insomma dalla solita Inter, con il grande vantaggio - però - di avere alternative giovani di altissimo profilo. Il discorso vale per Sucic, che ha incantato nella prime apparizioni, vale per Diouf e vale soprattutto per le due soluzioni alternative in avanti. Sì, perché Bonny ed Esposito sono andati a colmare la lacuna forse più vistosa della passata stagione: l’impossibilità di dare respiro appunto a Lautaro e Thuram. Ma le partite durano ormai 100 minuti e con le cinque sostituzioni poter inserire energie - di grande livello - può rivelarsi un vantaggio decisivo. Senza contare che già da questa settimana si comincia con il triplo impegno. Insomma, si ricomincia dalla vecchia Inter, però con molte più frecce a disposizione. E anche questo dovrebbe suggerire una maggiore considerazione verso un gruppo che, dopo la sconfitta a sorpresa con l’Udinese, ha visto registrare il minimo storico nel borsino dell’entusiasmo; ma anche un gruppo che resta di altissimo livello. E una prima e forte risposta passa già dalla trasferta di Torino. Siamo appena alla terza giornata, ma il rodaggio non può essere più un alibi. Vale per tutti, ma ancora di più se il motore - come nel caso della “vecchia” Inter - è ampiamente collaudato e garantito.