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Vocalelli: “Inter, sono solo riserve? Forse con maggiore turnover ora avresti più freschezza”

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Sulle pagine de La Gazzetta dello Sport il giornalista ha analizzato la rosa dell'Inter e le alternative a disposizione di Inzaghi
Andrea Della Sala Redattore 

Sulle pagine de La Gazzetta dello Sport il giornalista Alessandro Vocalelli ha analizzato la rosa dell'Inter e le alternative a disposizione di Inzaghi:

Venticinque calciatori per affrontare il tour de force di una stagione in cui, giustamente, si vuol competere su tutti i fronti. Calcoli semplicistici dicono che i nerazzurri hanno disputato già 38 partite - tra campionato, Supercoppa, Coppa Italia e Champions - e che ne dovranno sostenere ancora tra 16 e 22. Sono garantite le 12 di campionato, i due derby di Coppa Italia, le due di Champions, con la speranza di Lautaro e compagni di allungare il cammino. Un’altra, la finale, in Coppa Italia e chissà quante tra le cinque che ancora resterebbero per arrivare al traguardo in Champions. Una maratona di quasi sessanta gare, a cui vanno aggiunte le fatiche che giocatori di questo livello devono sostenere in Nazionale. Già, perché è un po’ fuorviante l’idea delle “soste” di campionato: uno si immagina che, ecco, ci si può riposare. Invece vai in giro per l’Europa, o addirittura dall’altra parte del mondo, rientrando magari di venerdì per ritrovarti il giorno dopo in campo.


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La partita di Coppa Italia con la Lazio, al di là delle polemiche arbitrali, ha dimostrato che le cosiddette riserve - che brutta parola… - sono di primissimo ordine. Altrimenti non sarebbe stato possibile tenere testa e battere un’avversaria di alto livello che si è presentata con 7 titolari su 10 tra i calciatori di movimento: Lazzari (un “pari grado” rispetto a Marusic), Romagnoli, Guendonzi, Rovella, Isaksen, Dia e Zaccagni. Eppure l’Inter di Inzaghi, con tantissime alternative, è stata autorevolmente in campo. La conferma, semmai ce ne fosse stato bisogno, della forza di certi calciatori, che - questo si può dire- forse avrebbero meritato maggiori chance in questi primi sette mesi. Arnautovic - che ha risolto la recente partita con la Fiorentina e poi quella di martedì - in campionato ha giocato ad esempio appena 152 minuti. Però si sono visti a intermittenza anche Zielinski con 788 minuti, cioè otto partite intere, e Frattesi con 812. In due non hanno raggiunto Mkhitaryan, che solo in serie A ha messo insieme 1830 minuti.

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Insomma, resta il dubbio che con una rotazione maggiore - e con le qualità di certi calciatori ribadite anche martedì sera - forse l’Inter si sarebbe potuta presentare a questo entusiasmante e meritato finale di stagione con una maggiore freschezza in alcuni e con un po’ più di rodaggio per quelli considerati, in maniera un po’ riduttiva, come i classici cambi . Ma questo è il passato e ora si tratta di guardare avanti, facendo però tesoro non della lezione ma - diciamo così - delle indicazioni che hanno dato “quelli della Coppa Italia”. Una bella prestazione e un messaggio preciso: d’accordo i titolari, ma secondo voi noi siamo solo... riserve?