00:30 min
fcinter1908 partite conferenze stampa Chivu: “Non sono qui per stravolgere. Akanji pronto. Bisseck? Facile criticare uno che…”

partite

Chivu: “Non sono qui per stravolgere. Akanji pronto. Bisseck? Facile criticare uno che…”

Daniele Vitiello
Daniele Vitiello Redattore/inviato 
L'allenatore nerazzurro risponderà alle domande dei giornalisti presenti ad Appiano Gentile prima della partenza per Torino

Poco più di 24 ore al calcio d'inizio, l'adrenalina sale. La terza curva del Gran Premio di Serie A porta l'Inter davanti al dosso del derby d'Italia. Da affrontare con prudenza, ma anche con personalità: una prova di forza rimetterebbe in piena carreggiata le ambizioni nerazzurre dopo la sconfitta con l'Udinese. Di questo parlerà in conferenza stampa Cristian Chivu alla vigilia dell'incontro. Appuntamento alle 13:30 nella sala stampa di Appiano Gentile. Qui le sue considerazioni, raccolte dall'inviato di Fcinter1908.it.

Come arrivate alla partita di domani?

"Quelli che erano qui con noi hanno lavorato bene in due settimane. Gli altri sono stati in nazionale, sappiamo che quello ti dà qualcosa perché ritrovi i compagni che parlano la tua lingua e ti permette di staccare un po'. Oggi è il primo giorno che abbiamo il gruppo a disposizione, l'importante è che stiano tutti bene. Sono pronti per giocare questa partita".

Primo derby d’Italia. Partita che vale più di tre punti?

“Siamo ancora alla terza giornata. Il bello del calcio è che prima o poi devi giocare queste partite. Non bisogna caricarla più di tanto, anche perché le due squadre coinvolte sono consapevoli dell’importanza che rappresenta. Bisogna avere l’energia giusta, la serenità giusta e la mentalità per capire i momenti, quello che la partita sarà”.

Hai avuto modo di lavorare sui 'difettucci' che avevi individuato?

"Io non ho parlato di 'difettucci', ma di certezze che questa squadra ha. Ho detto di voler togliere qualcosina che non mi era piaciuto. Ma devo essere coerente, avere l'intelligenza di capire quello che questa squadra sa fare e quello che potrebbe fare senza perdere alcune certezze. Non sono qui per stravolgere tutto, anche perché è impossibile farlo. E' una squadra questa che è sempre stata ai vertici in Italia e in Europa negli ultimi anni, bisogna solo aggiungere qualcosina per ritrovare fiducia e passione, l'energia giusta per portare avanti una stagione importante".

Akanji è pronto per giocare questa partita? Come mai il cambio con Pavard?

“Non credo sia importante come siamo arrivati a questo, ma l’importante è averlo fatto. Akanji è un giocatore importante, doveva venire già qui prima di arrivare al City. E’ un giocatore di spessore, è un valore aggiunto per il nostro gruppo come tutti gli altri. Sono molto contento dei giocatori che ho, sono strafelice perché per me questi giocatori sono i migliori in circolazione. Per me Akanji è pronto per giocare".

Cosa ti aspetti domani dalla tua nuova Inter?

“Noi siamo consapevoli di quello che è l’andamento di una stagione. Vincere o perdere all’inizio non conta niente, è una maratona di 38 giornate. Non porto statistiche perché guardo solo al presente, per migliorare il domani. Siamo consapevoli di quanto sia importante la partita di domani, ma non cambia il nostro valore e la lunga percorrenza della stagione. Delle volte bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare sodo, c’è solo una via nello sport in generale:  imparare dalle sconfitte e dagli errori. Solo così si può crescere".

Domani possibile atteggiamento meno sperimentale e più conservatore?

“Noi abbiamo un’identità e cerchiamo di portare avanti un lavoro, poi bisogna capire in quali momenti puoi fare delle cose e in quali no. Il piano della gara in un tot di tempo può essere stravolto e devi trovare soluzioni per reggere l’impatto, l’urto della partita. Noi andiamo sempre in campo per fare la partita, per trovare la miglior versione di ciò che si ha per essere dominanti e cercare di ottenere un risultato".

Hai riguardato Parma-Juventus della scorsa stagione?

“Per essere sempre coerente, se non guardo il passato, non devo neanche fare paragoni e non li faccio. Si parla di due partite diverse e di squadre diverse, con ambizioni diverse. Tudor ha fatto poi un gran lavoro, raggiungendo la partecipazione in Champions League. Ora hanno ottenuto due vittorie, hanno identità e una squadra che sa fare. Hanno ritrovato Bremer in difesa, questo gli dà tanto. Non possiamo paragonare quella partita con questa, l’Inter ha obiettivi diversi e cerca di essere sempre dominante. Sappiamo che le aspettative su gioco e risultato qui sono altissime, anche se non dobbiamo avere pressioni extra che possono condizionarci. Mi affido all'orgoglio dei campioni e a quello che sappiamo fare, trovando stimoli giusti in una partita in cui questo può valere più di ogni altra cosa".

A che punto è la ricerca di stimoli e motivazioni?

“E’ un processo continuo. Sono sempre quelle cose a fare la differenza. Non è semplice, il cervello cerca di farti brutti scherzi perché si allontana dalla fatica e dalla routine che ti potrebbe poi togliere qualcosina. E’ un processo continuo, che dura una stagione intera: bisogna essere bravi tutti i giorni a svegliarsi trovando stimoli per migliorare se stessi e la squadra. Questo vale per lo staff, quanto anche per i giocatori”.

Quanto ti emozionerai domani?

“Ogni domenica me lo chiedete, basta (ride, ndr). La vivo serenamente, so che lo spreco di energie può danneggiare la lucidità. Sia da giocatore che da allenatore sono consapevole di quello che sto facendo e di quello che ho fatto. Il resto è tutto spreco di energie che non fanno mai bene, perché se inizio a vedere i fantasmi e cose che non hanno a che fare con la mia lucidità fisica e mentale potrei far danni. Ora riposo molto meglio di quanto facessi da calciatore”.

Il problema dell’Inter è Calhanoglu come dice Capello?

“Ho un modo di lavorare e parlare con i miei giocatori, so quello che possono dare e il loro livello in questo momento. Quello che ho visto nelle ultime settimane è un ragazzo sempre motivato, che ha cercato di dare il massimo, nonostante tutti si dimenticano fosse fermo per due mesi e mezzo in cui è stato infortunato. Ha avuto un’estate non abbastanza serena, ma l’ho trovato bello motivato al rientro per far vedere che ha scelto di restare. E’ pronto per darci una mano”.

Soddisfatto del mercato?

“I 25 che ho a disposizione sono i migliori, non guardo agli altri. Sono strafelice di lavorare con un gruppo di ragazzi motivati, abbiamo trovato anche un po’ di spensieratezza con i giovani che sono arrivati. Portano energia, portano determinazione e voglia di migliorare. Alzano il livello dell’allenamento e della squadra quando si trovano in campo”.

Come gestirai Bisseck con l'arrivo di Akanji?

“La gestione di un gruppo è la cosa più difficile per un allenatore. Bisogna tenere tutti motivati perché prima o poi ti serviranno, soprattutto in una squadra che inizierà a giocare ogni tre giorni. C’è bisogno di gestire determinate cose dal punto di vista individuale e della formazione. Bisseck è entrato nella critica perché è facile giudicare un giocatore che non ha mai avuto la possibilità di avere una certa continuità. Se al primo errore viene messo al muro e gli si tirano dei sassi addosso, non riuscirai mai a far crescere la mentalità giusta e a far emergere l’autostima che un giocatore deve avere. La scelta di Bisseck è stata fatta perché abbiamo bisogno di lui, perché in allenamento ha fatto vedere determinate cose. Era importante dargli minuti per averlo pronto”.