L'addio alla Juve
—«Cosa non ha funzionato negli ultimi mesi alla Juve? È una domanda complicata. Sicuramente qualcosa non ha funzionato in me anche quando ho giocato con la Juve. Ora non voglio giudicare se fosse sbagliato o meno tenermi sempre in panchina. Penso che a gennaio ho capito che dovevo cambiare ambiente per ritrovare minutaggio e perché volevo giocare, ne avevo proprio bisogno, anche perché sono stato a lungo fermo nella passata stagione. Ho deciso di prendere un'altra strada della Juve a gennaio e sono felice che la Fiorentina abbia deciso di puntare su di me», ha spiegato.
«Non so a quanto sia servito ma anche io ho chiesto di essere accontentato e venire qua a Firenze, è stata chiusa la trattativa agli ultimi minuti. Sono contento, è stato emozionante. Se mi spiace essere partito nonostante io venga da settore giovanile? Al di là della Juve non è facile andare via da una società che conosci da quando sei bambino. Ho visto Spalletti alla partita contro l'Inter, ci siamo salutati ma non abbiamo parlato di calcio. Allegri mi diceva di giocare in avanti e mi ha aiutato a migliorare in questo. Il mio idolo è Modric, è stato emozionante incontrarlo e scambiarci due parole all'Europeo. La telefonata con Allegri? Mi ha chiesto solo cosa preferivo fare, una telefonata tipo papà», ha aggiunto sulla sua ex squadra.

La prossima partita
—«Primo impatto con il Franchi? La partita di giovedì è stata straordinaria, vincere con l'Inter tre a zero in casa non accade tutti i giorni. Siamo molto contenti. Adesso c'è un po' di pressione per me per lunedì perché giochiamo di nuovo con l'Inter a Milano. Scherzo (ride.ndr). È stato bellissimo», ha concluso.
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