Terminata la prima di campionato dell'Inter di Cristian Chivu. L'allenatore nerazzurro in conferenza stampa ha commentato quanto accaduto al Meazza tra le due squadre. Qui le sue parole, raccolte da Fcinter1908.it: "La squadra ha dimostrato aggressività, ha avuto un buon approccio alla gara e ha cercato la verticalità, con attacchi diretti e aggressioni fatte. Sono cose su cui abbiamo lavorato e il merito è tutto loro, hanno fatto una grande prestazione. Direi anche calma, è solo la prima. Ma sono felice per loro perché veniamo da quattro settimane di lavoro e ci siamo trovati per la prima volta in una situazione del genere. I ragazzi hanno fatto bene fin da subito".

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Chivu: “Cosa penso di Diouf, colpa mia. Continuità, Thuram sa! Abbiamo patto su…”
Come giudica la prestazione e la crescita di Sucic? Barella in regia può essere una cosa che rivedremo?
"Sono contento per Petar, non era semplice. Giocare alla prima a San Siro non è mai semplice, lo dice uno che qualche partita qui l'ha fatta. Ha dato una grande prova di maturità, personalità e qualità. Si è inserito subito, ha tirato fuori anche qualcosa che ancora non avevo visto, come l'aggressività di andare a duello. Ha fatto una grande prova, nonostante abbia cambiato poi anche ruolo. Sono felice per lui e per tutti. Nicolò invece si è messo a disposizione subito, davanti alla necessità che la squadra aveva. Volevo lui in regia in questa partita, mi aveva fatto vedere a Bari che può farlo. Non è mai semplice poi convincere un giocatore a fare una cosa che magari potrebbe non piacergli, ma ho centrocampisti con qualità, esperienza e si mettono a disposizione del gruppo".
Quale può essere il ruolo di Diouf in questa Inter?
"E' una mezzala e un mediano, per progressione è un centrocampista che non avevamo, anche perché è un mancino. Volevo premiare anche un ragazzo che è appena arrivato, farlo sentire importante in questo gruppo. L'ho messo anche in difficoltà in un ruolo che non aveva mai fatto, ma non bisogna giudicare questa prestazione per lui. Non so nemmeno se ha aperto le valigie, ma sono felice perché ha avuto la possibilità di assaggiare San Siro al debutto in una squadra importante come l'Inter".
5-0 può essere anche un risultato pericoloso. Cosa può non esserti piaciuto?
"Le cose che non mi sono piaciute preferirei dirle in privato. Ci sono cose che non mi piacciono, si può sempre far meglio. Mai accontentarsi di quello che si fa, ma ho visto belle cose. Sono felice di non aver subito gol, è una cosa importante su cui era arrivata qualche critica. Ho visto attenzione nelle pressioni, bisogna saperle fare. Ho visto gente motivata e carica per non subire questo. Delle critiche non parlo, preferisco parlare delle cose buone fatte dai miei. Ma calma, è solo la prima. La strada è ancora lunga, c'è lavoro da fare dal punto di vista fisico e mentale".
Si sta creando empatia forte tra te e la vecchia guardia?
"Finché qualcuno sarà scontento, poi si creerà la polemica. Succede sempre così, questo è il calcio e lo aspettiamo. Non ho mai visto giocatori contenti di uscire, lo dico in anticipo così non me lo chiederete quando qualcuno mi manderà a quel paese quando uscirà. Io cerco di essere coerente e credibile, cerco di alzare la voce quando serve. Probabilmente a volte esagero, ma loro sono grande persone e grandi atleti, a volte chiudono gli occhi sulle mie esagerazioni. Non sono perfetto, ma neanche loro. Abbiamo fatto anche un patto su alcune cose, sono contento di avere a disposizione un gruppo di giocatori che hanno maturità e stimoli".
Come giudichi i giocatori francesi?
"Sto imparando il francese anche io (ride, ndr). Sono felice per Bonny, alla prima a San Siro in una squadra come l'Inter si è sbloccato e ha fatto gol. Ho visto un ragazzo contento, come lo avevo conosciuto a Parma. E' un giocatore importante, lo abbiamo visto anche in allenamento e ci darà una mano. Sono contento anche di Thuram, ha fatto due gol ed è consapevole che deve dare continuità in tutta la stagione, sono parole sue"
Più emozionante la prima da giocatore a San Siro o la prima da allenatore?
"La prima da giocatore non la ricordo perché mi ero operato alla testa (ride, ndr). L'emozione mi toglie i pensieri, ne ho troppi. E' arrivata al momento giusto, perché volevo trasferire alla squadra qualcosa di motivazionale. Vedi tanta gente, qualcosina ti torna di quello che è stato il passato. La cosa più importante però non ero io, non lo sono e non lo sarò mai. I giocatori sono fondamentali, per come hanno accettato me e lo staff sono orgoglioso e sicuro che continueremo a lavorare bene, anche se arriveranno momenti meno belli".
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