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Barzagli: “Inter-Juve non decide lo scudetto. Effetto San Siro micidiale”

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Andrea Barzagli presenta Inter-Juventus di domenica: così l’ex difensore a Tuttosport ha parlato del match in programma a San Siro

Andrea Barzagli presenta Inter-Juventus di domenica. Così l’ex difensore a Tuttosport ha parlato del match in programma a San Siro e non solo.

Ci spieghi com’è la settimana di Inter-Juventus?

«È una settimana carica, magari tranquilla sul fronte degli allenamenti, ma il clima... Beh, c’è il fuoco! È una partita molto sentita, per i club, per i tifosi e in questo frangente anche per la classifica. L’impatto che può avere questa partita sul campionato è forte, quindi sarà una settimana particolare e intensa. E un giocatore non riesce a non pensarci del tutto. Qualsiasi dettaglio ti riporta all’importanza della partita, fosse anche solo un amico che ti chiede un biglietto». 


Su cosa bisogna focalizzarsi dal punto di vista psicologico per evitare errori?

«Gestire l’effetto San Siro. E vale soprattutto per la Juventus. L’impatto dello stadio su questa partita è micidiale, perché in una partita del genere la spinta del pubblico, soprattutto all’inizio, è forte. Quindi, pronti via, la botta degli ottantamila può essere un fattore: deve essere brava tutta la squadra a non subirla, a reggere l’urto, mantenendo la concentrazione alta, facendo vedere all’Inter che rispondi colpo su colpo. Poi lo stadio ti si spegne un po’ nella testa via via che la partita va avanti». 

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Ma quindi l’impatto di San Siro, lo senti sempre, anche se hai trent’anni e sei un giocatore navigato?

«In una partita del genere, gli ottantamila di San Siro, nonostante ci saranno molti juventini mischiati, sono tanti. L’impatto è potente, perché lo stadio è enorme, è storico, perché dove guardi vedi una muraglia di gente e capisci il peso e l’importanza della partita». 

Come ti prepareresti a una partita del genere? Tipo: come studieresti la marcatura a Lautaro che potrebbe toccare a Bremer?

«La tecnologia ti consente di studiare, attraverso i filmati, i movimenti dell’attaccante. E dettagli importanti come chi lo fornisce di solito, dove gli piace più tagliare. Puoi studiare a fondo il tuo avversario per prevederne le mosse e leggerne i movimenti, ma non puoi ridurre tutto a un solo giocatore, anche se è Lautaro, perché poi in campo è tutta un’altra cosa. Cioè lo studio è importante, ma nella partita succedono talmente tante cose...». 

Nella tua nuova vita di commentatore di Dazn incroci spesso con Allegri, tuo allenatore per molti anni e anche amico. Com’è interagire con lui in tv? Capisci quello che vuole dire veramente quando fai i suoi giri di parole? Hai una specie di traduttore automatico nella testa?

(ride): «Quelle interazioni televisive sono molto formali, quando siamo insieme senza microfoni parliamo più liberamente. In tv a volte non risponde neanche alla mia domanda, ma parte con i suoi concetti. Anche perché oggi gli allenatori usano tutte le uscite pubbliche per mandare messaggi: agli avversari, alla società o alla squadra stessa, per ribadire la direzione o la linea. In questo Max è molto bravo, forse il più bravo di tutti. E quest’anno è davvero molto lucido, con quel gusto per il sarcasmo sempre voluto e calcolato». 

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Se la Juventus perde a San Siro è finito il campionato?

«No, non è finito, però dai una spinta notevole all’Inter, un turbo alla consapevolezza, si sentirebbe veramente forte. Poi, per carità, il campionato non finisce lì, perché non puoi pensare di gestire fino all’ultima giornata, soprattutto con la Champions di mezzo, ma se vincesse l’Inter l’impatto sulla classifica e sulla condizione psicologica di entrambe le squadre sarebbe forte. Così come se vincesse la Juventus, darebbe una spallata poderosa all’umore del’Inter. Non è una partita che “decide” il campionato, ma che ne può cambiare gli equilibri e inciderà sullo stato psicoemotivo delle due squadre. Il pareggio, secondo me, è più favorevole alla Juventus, perché significherebbe rimanere lì e togliere all’Inter la possibilità di distanziare la Juventus, in una partita con tutto il pubblico dalla tua parte. Anche andando a -4 con la partita da recuperare dell’Inter, la Juventus resterebbe attaccata e potendo preparare una partita a settimana. L’Inter ha la Champions». 

E una “rogna” chiamata Atletico Madrid.

«Saranno due partite difficilissime, perché l’avversario è duro. Ma la Champions porta via energie nervose a prescindere, perché dagli ottavi senti l’importanza del palcoscenico, la pressione e la grandezza degli avversari che affronti. Questo non significa che l’Inter non possa gestire l’impegno, anzi... ha una rosa molto ampia». 

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A proposito: è più forte la rosa dell’Inter o della Juventus?

«Per me quella dell’Inter, ma non di tantissimo, perché la Juventus ha comunque giocatori forti e pagati tanto. Ma l’Inter, negli anni, ha accumulato giocatori più pronti che sono al massimo della loro maturazione. La forza della Juventus di quest’anno è l’aver saputo inserire dei giovani che hanno saputo impattare in modo clamoroso sul rendimento. Se la Juventus è seconda lo deve all’aver trovato questi giovani, perché sapete cosa succede?». 

Chi ti piace di più dei tre centrali dell’Inter?

«Acerbi è quello che, secondo me, è arrivato al pieno della sua maturità: affidabile, di personalità, sempre in partita. Anche Bastoni è in crescita evidente ed è il giocatore perfetto per questa Inter, data la sua capacità di palleggio e la personalità che non gli manca. Ma ha ancora margini di miglioramento». 

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