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Coco: “Inter, quella maledetta operazione rovinò la mia carriera. Cocaina? Mai toccata”

L'ex difensore nerazzurro ripercorre la sua carriera da calciatore

Fabio Alampi

Intervistato da gianlucadimarzio.com, l'ex difensore di Milan, Inter e Nazionale, Francesco Coco, ha ripercorso gioie e dolori della sua carriera da calciatore, inclusa la difficile parentesi nerazzurra, nella quale subì l'infortunio che lo costrinse più tardi ad appendere gli scarpini al chiodo a soli 30 anni: "L'Inter? Da gennaio iniziai ad avere contatti per andare là (stagione 2001/02, ai tempi era al Barcellona, in prestito dal Milan, ndr). Poi però, alla fine di aprile, arrivò la telefonata di Ancelotti. Due ore al telefono per convincermi a tornare. Per lui sarei andato a piedi a Milanello ma dissi che volevo che Galliani mi chiedesse in ginocchio di tornare. Il 5 maggio? Capii che sarebbe stato difficile uscire da quel tunnel per tutti. Il mio infortunio? Tutto cominciò nel novembre del 2003. Un dolore fortissimo alla gamba sinistra e in tutta la zona lombare dopo Inter-Ancona. L'inizio della mia fine. Lo staff medico suggerì una piccola operazione per disostruire il nervo. Stimarono i tempi di recupero intorno ai 40 giorni. Rimasi fuori un anno e tre mesi. Qualcosa era andato storto. E pensare che il neurochirurgo che mi operò era un luminare. Quel 2 dicembre forse ebbe una giornata negativa. Ebbi paura di non riuscire più a camminare. Facevo fisioterapia e quando provavo a scendere con la sinistra, cadevo per terra. Non trovai il conforto di nessuno, fu un periodo terribile. Il Francesco che sognava di fare il calciatore non esisteva più".

SCANDALI E POLEMICHE - "Hanno detto persino che ero andato a Hollywood per fare l'attore. Mi viene da ridere: ho sempre rifiutato anche le parti piccole nelle fiction. Ho partecipato all'Isola dei Famosi nel 2007 per l'amicizia che mi lega a Simona Ventura. Lo rifarei: è tutto vero là e a me è servito molto. La cocaina? Non l'ho mai toccato. Non mi è mai interessata. L'educazione che mi ha dato mia madre mi ha sempre tenuto alla larga da certe schifezze. Dicevano che mi drogavo anche quando giocavo. Avrò fatto 1500 prove antidoping, altri prelievi del capello a sorpresa: mai niente. Bastava una serata fuori, una bella ragazza accanto e automaticamente ero un tossico. Ho accettato ogni cattiveria, ma questa non l'ho mai sopportata. Le foto ritirate da Galliani? Stavo prendendo il sole nudo in barca coi miei migliori amici. Questo c'era nelle foto: sorrisi e qualche costume in meno. Niente di sessuale. Per me potevano anche uscire, non c'era nulla di compromettente. Accettai la decisione del Milan di non consentirne la diffusione, meno quella di pagare di tasca mia per qualche foto rubata".

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