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Guardiola: “Con l’Inter durissima, ecco perché. Onana eccezionale coi piedi”

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Le parole del tecnico del City: "Se è la partita più importante della mia carriera? No. E' molto importante, ma ne ho avuto anche altre"
Marco Astori Redattore 

Intervenuto ai microfoni di Sky Sport durante il Media Day del Manchester City, Pep Guardiola, tecnico dei Citizens, ha parlato così in vista della finale di Champions League contro l'Inter: "Se è la partita più importante della mia carriera? No. E' molto importante, ma ne ho avuto anche altre: non la metto come più importante come la Champions vinta col Barcellona o da giocatore o da quella persa contro il Milan. Ce ne sono state tante altre. L'Inter? Ha tante qualità, quella di Onana è una di quelle: è speciale, legge dove è lo spazio, ti svuota il centrocampo.

Gli attaccanti hanno la capacità e la qualità di sostenere lanci lunghi, inserimenti, hanno processi con Bastoni, Darmian e anche Onana. Le squadre hanno portieri bravi ma lui coi piedi è eccezionale: è un concetto che va affrontato. L'Italia è forte in qualsiasi situazione: voi vi sentite comodi a dire che gli altri sono favoriti, noi lo accettiamo. Noi andiamo per vincere, ma pure l'Inter: sarà durissima per la loro struttura difensiva, ma non solo per quello. Fanno tante cose buone, altrimenti non sarebbero in finale.


Maresca? Conosce meglio di me la mentalità italiana, ma alla fine è 11 contro 11: tutti gli allenatori al mondo si confrontano con i loro staff perché il calcio è idee e sono importanti quelle di tutti. Dovere di vincerla? Ho affrontato sempre queste situazioni, c'è il piacere di sognare durante la settimana, pensare a quello che puoi fare per vincere: in questo momento non è questione di preparazione atletica, bisogna arrivare bene mentalmente. L'Inter gioca in modo diverso dalle altre, dobbiamo andare tranquilli e dare tutto nei 95 minuti.

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Fallimento se perdiamo? Lo dicono tutti, siamo abituati: se lo dice tutto il mondo dobbiamo accettarlo. Al Barcellona il primo anno abbiamo fatto il Triplete, se non lo avessimo fatto ogni anno sarebbe stato un problema: lo accettiamo e andiamo avanti. Inzaghi? Mi ricordo quando ci siamo incontrati a New York, ci siamo salutati e ci siamo trovati in città: abbiamo chiacchierato di calcio. Addio se vinciamo? Chiedetemelo dopo: abbiamo rinnovato perché ci troviamo bene, qui ho tutto. Qui è un sogno per un allenatore, c'è tutto quello di cui si ha bisogno: qualsiasi cosa succede andiamo avanti insieme, giudichiamo quello che facciamo e non quello che otteniamo. Ma quando vinci sei bravo e se perdi non lo sei: ma qui ti lasciano il tempo".

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