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Icardi, cuore di capitano: il bomber merita la fascia di Zanetti. E non lascerà l’Inter…

Andrea Della Sala

L'attaccante nerazzurro ha dimostrato piangendo quanto tiene all'Inter e a fine stagione tratterà il rinnovo col club

Al termine della sconfitta dell'Inter con la Juventus, che potrebbe costare ai nerazzurri l'accesso alla prossima Champions League, il capitano Mauro Icardi è scoppiato in lacrime. Dopo aver visto la rimonta nel finale della squadra di Allegri, un po' come successe a Ronaldo nel 2002, l'attaccante non è riuscito a trattenersi e la tristezza nel vedere allontanarsi un obiettivo rincorso tutto l'anno ha avuto la meglio. Icardi ha dimostrato di essere un interista vero, un capitano, cosa che negli ultimi anni era riuscita solo a Zanetti. Da Pupi ha ereditato la fascia di capitano, "una fascia che sabato brillava nel dramma: Icardi - unico insieme a Ivan Perisic a restare in campo per prendere l’applauso dei tifosi - non si è vergognato di piangere davanti a ottantamila persone e a milioni di tifosi che seguivano il suo struggimento in televisione. Paulo Dybala è andato ad abbracciarlo e lui si è concesso una mesta passeggiata verso gli spogliatoi. In momenti come quelli vissuti sabato un giocatore dimostra di essere uomo e Icardi ha mostrato tutto l’amore per la maglia, come peraltro detto anche nelle ultime pubbliche esternazioni («Indossare la fascia di capitano e giocare in Champions con l’Inter è il desiderio che ho sempre avuto»)".  

In questa stagione Maurito ha definitivamente curato il suo rapporto con la curva nerazzurra, dopo il famoso episodio di Reggio Emilia e le sue parole nella biografia. "Icardi è maturato rispetto all’epoca dei fatti, ha fatto pubblica ammenda («L’autobiografia? Un errore che non rifarei») e ha dimostrato in ogni suo comportamento di essere un professionista irreprensibile. Un cambio di marcia che paradossalmente non è dipeso soltanto dai gol, non fosse altro perché Icardi quelli li ha sempre fatti. Quest’anno, comunque vada, per lui sarà un campionato da record perché potrebbe chiudere il torneo raggiungendo quota trenta gol come a un interista non riusciva dal campionato 1958/59 quando Antonio Valentín Angelillo arrivò a quota trentatré. Sotto traccia l’entourage di Maurito e l’Inter stanno lavorando al rinnovo fino al 2022 con annesso innalzamento della clausola rescissoria a 160 milioni e adeguamento dell’ingaggio fino ad arrivare a 7 milioni (Wanda però, al momento, punta ad alzare la posta fino a 8 milioni, vale a dire 16 per il club, pari al 10% della clausola). La tranquillità di Ausilio è quella di tutta l’Inter: Icardi - che proprio in questi mesi sta ristrutturando casa - non vuole lasciare il club almeno finché non avrà vinto qualcosa da capitano per rendere ancora più scintillante quella fascia che porta al petto. La fascia che è stata di Javier Zanetti".  

(Tuttosport)