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Dal punto di vista economico non si può certo dire che il Milan sia promosso col massimo dei voti. Dopodomani, infatti, l’assemblea dei soci ratificherà ancora una perdita consistente. Secondo le indiscrezioni, stavolta il segno meno (per l’esercizio 2011, chiuso nel dicembre scorso) comparirà accanto a una cifra di poco inferiore a quella del 2010: 67 milioni contro 69. Sarebbe la conferma di unatendenza che non si riesce a invertire, malgrado una campagna acquisti basata in gran parte sui parametri zero e nonostante lospauracchio del fair-play finanziario dell’Uefa di Platini, che imporrà a breve termine un maggiore equilibrio tra spese e ricavi.La voce che continua a incidere di più sul bilancio del gruppo Milan è il costo del personale, cioè gli alti stipendi dei calciatori, la principale lacuna gestionale resta proprio la mancata diversificazione dei ricavi, obiettivo invece centrato da tempo da alcuni grandi club stranieri. E il rebus rischia di perpetuarsi. A giugno la società risparmierà da un lato (molti veterani in scadenza di contratto nonrinnoveranno), ma dall’altro sarà obbligata a rimpolpare la rosa con nuovi ingaggi, prevedibilmente costosi. C’è attesa per la lineastrategica di Silvio Berlusconi, appena tornato ad occuparsi più direttamente del club e di recente nominato presidente onorario dal consiglio d’amministrazione.
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