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Bergomi: “Oaktree manterrà Inter competitiva. I 3 imprescindibili e farei questo colpo”

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L'Inter è ufficialmente di Oaktree: ecco le parole dello storico ex capitano Beppe Bergomi alla Gazzetta dello Sport
Alessandro Cosattini Redattore 

L'Inter è ufficialmente di Oaktree. Così Beppe Bergomi, storico ex capitano nerazzurro, alla Gazzetta dello Sport ha parlato di diversi temi di attualità tra presente e futuro.

Bergomi, come vede la nuova Inter di Oaktree?

«Mi sembra di capire che mantenere l’Inter competitiva sia nell’interesse soprattutto della nuova proprietà. Ormai da anni viene fatto un mercato che chiude in parità o addirittura in positivo. Gran parte della dirigenza di fatto era in autogestione già da un po’».


La preoccupazione dei tifosi è legata ai rinnovi di Inzaghi, Barella e Lautaro.

«Li capisco. Anche perché come ogni estate il dubbio è legato alla paura che venga ceduto un big. Ma ripeto che Oaktree stessa, con la prospettiva di guadagnarci rivendendo poi bene il club, abbia l’interesse a mantenere la squadra al top».

Se invece la nuova proprietà decidesse di virare su un progetto più giovane?

«Non credo che la piazza potrebbe accettarlo. Marotta ha scelto la strada di prendere qualche buon giovane ma anche dei parametri zero sui 30 anni e già abituati a vincere, ma che è difficile che generino un valore futuro, oltre ad aumentare il monte ingaggi. Ma la via è tracciata, arrivano di continuo i risultati e ora anche i conti sono a posto. Non vedo perché si dovrebbe cambiare proprio ora».

Anche perché in Italia il vantaggio sulle rivali è sembrato netto.

«Sarebbe però sbagliato cullarsi sugli allori. Non si tratta più del dominio Juve, quando Inter e Milan non erano competitive. I bianconeri hanno i soldi da investire, il Milan può migliorare, mentre l’Inter difficilmente potrà sfiorare i 100 punti anche l’anno prossimo. Vero però che ha una base importante e una continuità tecnica che manca alle altre big, destinate a cambiare allenatore».

La rosa andrebbe confermata in blocco o ci sono elementi più incedibili di altri?

«Alcuni giocatori sono imprescindibili. A cominciare da Lautaro. Non ha segnato per due mesi e mezzo, però nessuno gli dice nulla perché lotta, aiuta i compagni, resta un riferimento. Un anno fa invece si deprimeva. Ora il Toro si sente capitano e leader. Oltre all’argentino, penso a Barella e Calhanoglu, tutti imprescindibili».

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Non ha nominato Thuram, il più a rischio perché frutterebbe una plusvalenza enorme.

«Il francese è il quarto della mia lista... Per gli 85 milioni della sua clausola mi siederei al tavolo, come per chiunque altro. Ormai il calcio è questo. Ma Marcus è stato fondamentale anche all’interno dello spogliatoio. Se fossi in lui ci penserei bene prima di lasciare l’Inter dove ha pure trovato la collocazione tattica ideale. Magari finisce in club più ricchi dove però tornano a sballottarlo in tutte le posizioni».

E se invece Oaktree decidesse per un investimento che Zhang non poteva più fare?

«Andrei su un difensore diverso dagli attuali, veloce e capace di difendere anche a campo aperto. Acerbi e De Vrij me li tengo stretti, ma devo pensare anche al futuro. Può essere anche un braccetto, in una squadra che porta tanti uomini oltre la linea della palla non sono stati presi i contropiede della stagione precedente grazie al sacrificio di Barella e Mkhitaryan. Ma un difensore rapido in prospettiva servirebbe. Fermo restando che mantenere la rosa attuale, avendo già preso Taremi e Zielinski, sarebbe già una bella ipoteca sul futuro».

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